Il Pontefice a Budapest: "Insensato il diritto all'aborto", Francesco ha incontrato anche Viktor Orban

Papa Francesco, giunto in auto all’aeroporto di Fiumicino, è partito a bordo dell’Airbus di Ita Airways verso l’Ungheria questa mattina, per il suo 41esimo viaggio apostolico internazionale. Il Santo Padre resterà nella capitale, Budapest, fino a domenica 30 aprile. A bordo dell’aereo, insieme a Bergoglio, giornalisti e operatori dei mezzi di comunicazione.

La cerimonia di benvenuto a Budapest si è svolta alle 11 nel piazzale del Palazzo Sándor, con la visita di cortesia alla presidente della Repubblica Katalin Novak, seguita dall’incontro con il primo ministro Viktor Orban. Alle 12.20, nell’ex Monastero Carmelitano, l’incontro con le autorità, la società civile e il corpo diplomatico. Nel pomeriggio, alle 17 nella Concattedrale di Santo Stefano, l’incontro del Pontefice con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate, i seminaristi e gli operatori pastorali.

Su Wojtyla dice: accuse “una cretinata”

“Una cretinata che hanno fatto”. Così Papa Francesco, sull’aereo che lo sta portando in Ungheria, rispondendo a una giornalista polacca che lo ringraziava per aver difeso San Giovanni Paolo II, riferendosi alle accuse di pedofilia mosse nei giorni scorsi in relazione al caso Orlandi, la ragazza vaticana scomparsa il 22 giugno 1983 a Roma.

Papa: “In Europa tornano a ruggire nazionalismi”

“Nel dopoguerra l’Europa ha rappresentato, insieme alle Nazioni Unite, la grande speranza, nel comune obiettivo che un più stretto legame fra le Nazioni prevenisse ulteriori conflitti. Purtroppo non è stato così. Nel mondo in cui viviamo, tuttavia, la passione per la politica comunitaria e per la multilateralità sembra un bel ricordo del passato: pare di assistere al triste tramonto del sogno corale di pace, mentre si fanno spazio i solisti della guerra. In generale, sembra essersi disgregato negli animi l’entusiasmo di edificare una comunità delle nazioni pacifica e stabile, mentre si marcano le zone, si segnano le differenze, tornano a ruggire i nazionalismi e si esasperano giudizi e toni nei confronti degli altri”. Così Papa Francesco nel suo primo discorso pronunciato a Budapest, nel corso dell’incontro con le autorità – la presidente della Repubblica Katalin Novak e il primo ministro Viktor Orban – i membri del corpo diplomatico e la società civile nell’ex monastero carmelitano, sede del capo del Governo ungherese.

Papa: “Insensato diritto all’aborto”

“Penso dunque a un’Europa che non sia ostaggio delle parti, diventando preda di populismi autoreferenziali, ma che nemmeno si trasformi in una realtà fluida, se non gassosa, in una sorta di sovranazionalismo astratto, dimentico della vita dei popoli. È questa la via nefasta delle ‘colonizzazioni ideologiche’, che eliminano le differenze, come nel caso della cosiddetta cultura gender, o antepongono alla realtà della vita concetti riduttivi di libertà, ad esempio vantando come conquista un insensato ‘diritto all’aborto’, che è sempre una tragica sconfitta”. Così Papa Francesco nel suo primo discorso pronunciato a Budapest, nel corso dell’incontro con le autorità – la presidente della Repubblica Katalin Novak e il primo ministro Viktor Orban – i membri del corpo diplomatico e la società civile nell’ex monastero carmelitano, sede proprio del capo del Governo ungherese. “Che bello invece costruire un’Europa centrata sulla persona e sui popoli, dove vi siano politiche effettive per la natalità e la famiglia, perseguite con attenzione in questo Paese, dove nazioni diverse siano una famiglia in cui si custodiscono la crescita e la singolarità di ciascuno. Il ponte più celebre di Budapest, quello delle catene, ci aiuta a immaginare un’Europa simile, formata da tanti grandi anelli diversi, che trovano la propria saldezza nel formare insieme solidi legami. In ciò la fede cristiana è di aiuto e l’Ungheria può fare da ‘pontiere’, avvalendosi del suo specifico carattere ecumenico”, conclude.

Papa: “Ue lavori a vie sicure e legali, non respingere ma accogliere”

“È un tema, quello dell’accoglienza, che desta tanti dibattiti ai nostri giorni ed è sicuramente complesso”. Ma “è pensando a Cristo presente in tanti fratelli e sorelle disperati che fuggono da conflitti, povertà e cambiamenti climatici, che occorre far fronte al problema senza scuse e indugi. È tema da affrontare insieme, comunitariamente, anche perché, nel contesto in cui viviamo, le conseguenze prima o poi si ripercuoteranno su tutti. Perciò è urgente, come Europa, lavorare a vie sicure e legali, a meccanismi condivisi di fronte a una sfida epocale che non si potrà arginare respingendo, ma va accolta per preparare un futuro che, se non sarà insieme, non sarà”. Così Papa Francesco nel suo primo discorso pronunciato a Budapest, nel corso dell’incontro con le autorità – la presidente della Repubblica Katalin Novak e il primo ministro Viktor Orban – i membri del corpo diplomatico e la società civile nell’ex monastero carmelitano, sede del capo del Governo ungherese. 

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