La preghiera di Bergoglio durante l'Angelus: "Esprimo vicinanza a migranti, sottoposti a violenza disumana"

“Occorre porre fine al ritorno dei migranti in Paesi non sicuri e dare la priorità al soccorso in mare con dispositivi di salvataggio e di sbarco, garantire condizioni di vita degne. Sentiamoci tutti responsabili per i nostri fratelli e sorelle che da troppi anni sono vittime di una situazione gravissima. Preghiamo per loro in silenzio”. Lo ha detto Papa Francesco al termine della recita dell’Angelus parlando della situazione in Libia. “Esprimo la mia vicinanza a migliaia di migranti, rifugiati e bisognosi di protezione in Libia. Non vi dimentico mai. Sento le vostre grida e prego per voi. Tanti di questi uomini, donne e bambini sono sottoposti a una violenza disumana. Ancora una volta chiedo alla comunità internazionale di mantenere le promesse cercare soluzioni comuni, concrete e durevoli per la gestione dei flussi migratori dalla Libia e dal Mediterraneo. Quanto soffrono coloro che sono rimandati indietro, ci sono dei veri lager lì”. 

No al porto sicuro in Libia

“Oggi dal Papa un grande appello sulla Libia. Il paese nordafricano non è ancora affidabile. E sui migranti servono rimpatri assistiti. La Ue non può considerare la Libia un porto sicuro”. Lo afferma il segretario del movimento Unione Popolare Cristiana (Upc) Antonio Satta. “Nei fatti la politica migratoria della Ue è ancora timida. E le autorità libiche non sono certo affidabili. Davvero Tripoli è nostra amica?”, conclude Satta. 

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