Un documento (con introduzione papale) della sezione Migranti e Rifugiati della Santa Sede. Il problema della tratta. La soluzione? Aiutarli nei luoghi d'origine garantendo accesso ai beni

I difficili viaggi dei migranti, la lotta al traffico di esseri umani, la necessità di individuare canali di migrazione legali e sicuri e il ricordo del fatto che "anche Gesù provò l'esperienza dell'esodo quando era piccolo con i suoi genitori per salvarsi dalla furia omicida di Erode". Sono i temi affrontati da Papa Francesco nella prefazione di 'Luci sulla strada della speranza', pubblicato oggi dalla sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero dello Sviluppo Umano integrale della Santa Sede.

"Il viaggio dei migranti non è sempre un'esperienza felice – ha scritto il pontefice – Basti pensare ai terribili viaggi delle vittime della tratta. Anche in questo caso, però, non mancano le possibilità di riscatto". Il documento si prefigge la lotta alla tratta:."Anche se lo scopo immediato è la liberazione e la riabilitazione di tutti coloro che sono intrappolati nella tratta, il fine ultimo è quello di smantellare ed eliminare questa impresa, estremamente malvagia e maligna, fatta di inganno, raggiro, dominio e sfruttamento". Ma "anche quando l'itineranza è stata indotta con intenzioni criminali, come nel caso della tratta – scrive il Papa -, non bisogna lasciarsi rubare la speranza di liberazione e di riscatto. Migranti, rifugiati, richiedenti asilo, sfollati e vittime della tratta – si legge nel documento – costituiscono segmenti sovrapposti di minoranze in pericolo".

Traffico e tratta – E' scritto nel documento vaticano: "Il confine tra traffico di migranti e tratta delle persone sta diventando sempre più sottile.Negli ultimi anni, all'interno dei flussi massicci e misti di migranti e rifugiati, molte persone disperate, obbligate dalla mancanza di alternative legali, causate anche da politiche di immigrazione sempre più restrittive, hanno cominciato la loro avventura contattando persone che favorissero la loro migrazione, anche irregolare, per poi ritrovarsi vittime della tratta". Ma il testo attribuisce alla mancanza di accoglienza parte della responsabilità di quanto accade: "Quando i programmi umanitari, attuati da istituzioni o da organizzazioni della società civile, non riescono a far fronte al numero di persone che cercano protezione e ricollocamento e, per di più, l'assistenza umanitaria internazionale e di sviluppo viene ridotta, coloro i quali favoriscono la migrazione irregolare prima ed i trafficanti poi diventano esperti approfittatori di questa inadeguatezza".

Prevenzione – "La forma di prevenzione più radicale – dice il documento vaticano – è assicurare il diritto a rimanere nel proprio paese e luogo d'origine, assicurando a tutti l'accesso ai beni di prima necessità e la possibilità di uno sviluppo umano integrale. I bisogni primari delle persone diventano ancora più acuti in situazioni di conflitto armato o di violenza, che spesso li obbligano a fuggire senza la minima preparazione e protezione. Qualora, per i motivi più disparati, abbiano deciso di partire, oppure si vedano obbligati a farlo, si può comunque evitare il traffico di migranti e la tratta attraverso l'offerta di vie legali più ampie, che garantiscano una migrazione sicura e ordinata".

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