Il numero uno dello Sport italiano al Corriere dello Sport: "Ci ho sempre messo la faccia"

“Io vorrei dare seguito al lavoro di questi anni, si chiama spirito di servizio, il desiderio personale è quello di completare il percorso arrivando fino a Taranto e alle Olimpiadi del 2026, eventi per i quali mi sono esposto come non mai, cosa che mi viene internazionalmente riconosciuta. Milano-Cortina e Taranto sono frutto dell’attività di lobbing con i miei colleghi”. Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in una intervista al Corriere dello Sport. “Nel nostro mondo per ottenere qualcosa è necessario il confronto continuo con le federazioni internazionali e col Cio, bisogna convincerli con i dossier, con la credibilità. Io ho cercato di dimostrare, riuscendoci, che il nostro Paese era migliore degli antagonisti. Taranto e Milano-Cortina non sono figlie dello spirito santo, ma di chi ha persuaso il Cio che l’Italia poteva offrire garanzie superiori alla Grecia, relativamente ai Giochi del Mediterraneo. Ci ho messo sempre la faccia”, ha precisato il numero uno del Coni. 

Non si può lasciare col 67% del consenso

“Non vorrei sembrare poco elegante, ma dal 90% degli organismi sportivi, atleti inclusi, ho ricevuto segnali molto positivi, affettuosi e chiari. Inoltre non si può trascurare il consenso del 67% dell’elettorato qualificato” – ha aggiunto Malagò in riferimento al suo futuro e alle parole del ministro dello Sport Abodi che giorni fa ha parlato del numero uno dello sport italiano come a ‘fine percorso’ – “Tra me e il ministro non c’è nulla di personale, tuttavia mi chiedo cosa sarebbe successo, a parti invertite, se a 5 giorni dalla chiusura dei Giochi avessi dichiarato che lui avrebbe dovuto lasciare”. E ancora: “Almeno venti atleti mi hanno chiesto se era vero che li stavo lasciando, comunque da Andrea non me lo sarei mai aspettato”.

Nessun timore che il risultato dei giochi mi indebolisse

Quanto alla possibilità che i risultati dei Giochi potessero indebolirlo ha precisato: “Garantisco che non ho sofferto come un pazzo per questo, non ho mai riflettuto sulle possibili ripercussioni. Sono peraltro pochi gli esponenti della politica con i quali non ho buoni rapporti personali, qualcuno che non mi ama c’è, ma non ho pensato che vincendo 25 medaglie, e non 40, sarebbe stato diverso, un dramma personale. Certo, il fatto di essere a capo di un movimento che è il quarto per indice di competitività nel mondo dopo Stati Uniti, Cina e Germania e che ha appena disputato 79 finali olimpiche, qualcosa dovrà pure contare… Attenzione”. “Sa qual è stata la prima cosa che Velasco ha detto dopo il trionfo sugli Stati Uniti? Ringrazio il Coni per lo spirito di collaborazione espresso sul piano della preparazione, dell’assistenza sportiva, logistica, medica, scientifica. Frasi dello stesso tenore le aveva pronunciate Marco Villa del ciclismo, ma anche con le federazioni antipatizzanti (tennis e nuoto, nda), la collaborazione è stata totale e ne sono orgoglioso”, ha proseguito, 

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