Il governatore di Bankitalia nelle sue considerazioni finale: "Solo produttività può assicurare sviluppo"

“Secondo nostre stime, in Italia i mutamenti indotti dall’intelligenza artificiale riguarderebbero due lavoratori su tre. Per la maggioranza di essi la produttività e le opportunità di lavoro aumenterebbero, ma per una significativa minoranza le occasioni di impiego potrebbero ridursi. Nella fase di transizione servirà accompagnare i lavoratori nella riqualificazione professionale o facilitarne il ricollocamento in altre attività, tutelando quanti subiranno i costi di adattamento maggiori”. Così il governatore Fabio Panetta nelle considerazioni finali della relazione annuale delle attività di Bankitalia.

Debito Pubblico, Panetta: “E’ zavorra, servono prudenza fiscale e crescita”

Il debito pubblico è una “zavorra” che “ci costringe ogni anno a impegnare considerevoli risorse pubbliche per pagare interessi, sottraendole all’innovazione e allo sviluppo” e va affrontata con “un piano credibile volto a stimolare la crescita e la produttività, e nel contempo a realizzare un graduale e costante miglioramento dei conti pubblici. Tale piano dovrà collocare il debito in rapporto al prodotto su una traiettoria stabilmente discendente”, ha aggiunto Panetta.

“Quanto più la prospettiva di riduzione del debito sarà credibile, tanto minori saranno i rendimenti che gli investitori chiederanno per detenerlo. Ciò renderà a sua volta meno arduo l’aggiustamento. Sono necessarie scelte attente soprattutto dal lato della spesa, al fine di riorientarne la composizione in favore dello sviluppo e di eliminare le inefficienze. Un contributo dovrà derivare dal contrasto all’evasione fiscale, sulla scia dei risultati positivi registrati in questo campo nell’ultimo decennio. Potremo liberarci del fardello del debito soltanto coniugando prudenza fiscale e crescita”, ha sottolineato.

Lavoro, Panetta: “Esodo giovani indebolisce nostro capitale umano”

“L’occupazione giovanile ha risentito della bassa crescita. Molti hanno cercato migliori prospettive di lavoro all’estero: 525.000 giovani italiani sono emigrati tra il 2008 e il 2022; solo un terzo di essi è tornato in Italia. Hanno lasciato il Paese soprattutto i laureati, attratti da opportunità retributive e di carriera decisamente più favorevoli. L’esodo indebolisce la dotazione di capitale umano del nostro paese, tradizionalmente afflitto da bassi livelli di istruzione”, ha aggiunto Panetta nelle sue considerazioni finali.

Panetta: “Solo produttività può assicurare sviluppo”

“E’ chiaro che anche con maggiore occupazione e maggiori flussi migratori l’apporto del lavoro alla crescita dell’economia non potrà che essere modesto. Solo la produttività potrà assicurare sviluppo, lavoro e redditi più elevati”, ha poi spiegato Panetta.

Pil, Panetta: “Al 2040 5,4 milioni di lavoratori in meno, rischiamo -9%”

“Secondo l’Istat, da qui al 2040 il numero di persone in età lavorativa diminuirà di 5,4 milioni di unità, malgrado un afflusso netto dall’estero di 170.000 persone all’anno. Questa contrazione si tradurrebbe in un calo del PIL del 13 per cento, del 9 per cento in termini pro capite”, ha aggiunto Panetta.

Bce: Panetta: “Riduzione tassi sia tempestiva e graduale”

“Negli ultimi quattro anni la politica monetaria ha operato in un difficile contesto. La crisi pandemica ha richiesto misure fortemente espansive, alcune senza precedenti; da queste si è dovuto passare a una rapida normalizzazione e poi a una restrizione monetaria a seguito della fiammata inflazionistica. Nel complesso tale azione è stata necessaria” ma “dobbiamo però evitare che la politica monetaria diventi eccessivamente restrittiva, spingendo l’inflazione al di sotto dell’obiettivo simmetrico della BCE”, ha aggiunto inoltre Panetta. “Per i prossimi mesi, se i dati risulteranno coerenti con le attuali previsioni, si profila un allentamento delle condizioni monetarie”, prevede Panetta spiegando che “Nel definire il percorso di riduzione dei tassi ufficiali bisognerà considerare che un’azione tempestiva e graduale permetterà di contenere la volatilità macroeconomica rispetto a un’azione tardiva e precipitosa.”

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