Roma, 11 mag. (LaPresse) – “Please, per favore, toglietemi le manette, non ce la faccio più”. Sono le 3.50 del mattino e Matteo Falcinelli arriva alla stazione di polizia di North Miami Beach con le manette ai polsi: il giovane dà due testate alla porta della stanza per il dolore provocato dalle manette, troppo strette ai polsi. Passano i minuti, il 25enne chiede più volte a diversi agenti di togliergli le manette. Sono le 4.17 del mattino, Matteo piange, è disperato e si gira verso uno dei poliziotti entrato nella stanza con una cinghia che poi sarà usata per l’hogtie restraint, l’incaprettamento con mani e piedi legati con cui il 25enne italiano viene immobilizzato. Matteo si gira mostrandogli le manette e gli dice: “Ma io sono già legato”. L’agente gli risponde: “Se non ti metti seduto, ti leghiamo ancora di più”. Sono le immagini, visionate da LaPresse, delle fasi dell’arresto del giovane. Poco prima, Falcinelli aveva chiesto all’agente se stavano registrando quanto stava avvenendo. “Certo che stiamo registrando”, la risposta del poliziotto.

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