Milano, 7 mar. (LaPresse) – Per fronteggiare la carenza dei medici di famiglia “servono provvedimenti urgenti e di emergenza”. Lo dice a LaPresse il segretario generale della Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale, Silvestro Scotti, dopo l’ennesimo allarme lanciato da Gimbe. Secondo la Fondazione presieduta da Nino Cartabellotta, all’appello mancano oggi 3.100 medici di base mentre e entro il 2026 sono previsti oltre 11.400 pensionamenti. “Le analisi ormai le conosciamo bene, Gimbe le messe bene in luce, il problema sono le soluzioni. Già prima del Covid avevamo avvisato tra il 2020 e il 2026 sarebbero stati anni di grande fuoriuscita. Bisognava aspettarselo, noi da 15 anni denunciamo che serviva una maggiore programmazione”, afferma Scotti. “Il problema – secondo il sindacalista – non è avere in futuro una ‘pletora di laureati’, ma orientare seriamente i giovani colleghi verso scelte che servono ai fabbisogni necessari per il mantenimento del Servizio sanitario nazionale. Altrimenti – è l’allarme – io non immagino più un sistema sanitario pubblico universale equo e solidale, a meno che non si voglia arrivare a delle gestioni di tipo privatistico anche delle cure primarie e dei pronto soccorso, che però creeranno ulteriori disuguaglianze tra i cittadini”.
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