Roma, 28 feb. (LaPresse) – “I rischi derivanti dalla propaganda violenta di marcata impronta etnico-razziale diffusa online dalla corrente suprematista e ‘accelerazionista’ internazionale su cui, anche nel 2023, si è indirizzato un mirato impegno informativo volto a cogliere per tempo segnali d’imprevedibili processi individuali di radicalizzazione, così da prevenire eventuali attivazioni in territorio nazionale”. Lo riporta la “Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza” curata dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. “Le informazioni raccolte – si legge -, anche in sede di collaborazione internazionale hanno permesso di delineare i più recenti sviluppi di un fenomeno che all’estero, negli ultimi anni, ha lasciato dietro di sé una scia di gravi episodi di violenza motivati, a vario titolo, da sentimenti di rabbia sociale, d’intolleranza religiosa e di odio razziale. Sebbene resti una minaccia connessa principalmente ad attori solitari, spesso di giovane età, che prediligono l’utilizzo di strumenti offensivi semplici, sono comunque emerse evidenze circa sporadici tentativi di attivazione con metodiche d’attacco più complesse, talvolta pure da parte di piccole cellule, operative tanto in rete quanto sul territorio”. “Accanto ad azioni indiscriminate in aree affollate, si e’ continuato a rilevare anche l’interesse a colpire le minoranze etnico-religiose e le infrastrutture critiche. A seguito della crisi in Medio Oriente, si è poi registrato un notevole incremento della propaganda antisemita e a sostegno dell’offensiva terroristica di Hamas, a ulteriore conferma di una già osservata convergenza occasionale, in termini di argomentazioni, slogan e iconografie, con i circuiti del jihadismo globale”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata