Milano, 23 mar. (LaPresse) – “Non sono in discussione i diritti dei bambini in Italia, anche se nati all’estero con pratiche che sono reato nel nostro paese, come ad esempio la maternità surrogata o utero in affitto, vietata dalla L.40/2004, attualmente vigente”. Lo ha detto la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, rispondendo a una interrogazione presentata dal senatore FI, Maurizio Gasparri, sulle politiche del governo in materia di minori nati all’estero conviventi con coppie dello stesso sesso durante il Question time al Senato. “Nel caso di un atto di nascita prodotto all’estero, in cui risultano come genitori due padri, la trascrizione in Italia prevede quella del solo padre biologico. Una volta riconosciuto il genitore biologicamente legato a sé, il piccolo potrà godere immediatamente di tutti i diritti – dall’assistenza sanitaria all’istruzione – come già accade, ad esempio, ai bambini non riconosciuti dal padre e cresciuti da madri cosiddette ‘single'”. Per Roccella “è importante quindi ribadire che non c’è nessuna discriminazione nei confronti dei bambini, discriminazione che sarebbe inaccettabile”, mentre “permane la condanna dell’utero in affitto, stabilita dalla legge 40, e ribadita più volte da diverse sentenze della Corte Costituzionale”.

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