Milano, 10 giu. (LaPresse) – “L’unico commento che ho da fare è che sono sorpreso del fatto che, dopo le raccomandazioni che erano state date di fare il vaccino” AstraZeneca “a quelli che avevano più di 60 anni, improvvisamente si fanno queste iniziative” di open day “che sono poi di fatto in contrasto con le indicazioni. Mi chiedo: ma c’è una regola in questo Paese o no?”. Così a LaPresse il microbiologo Andrea Crisanti, professore dell’Università di Padova, dopo la morte della 18enne genovese vaccinata con AstraZeneca, ricoverata da domenica scorsa per una trombosi. “C’era stata – aggiunge – la comunicazione chiara. Perché i vaccini sopra i 60 anni, AstraZeneca, sono stati distribuiti ai giovani, sapendo che c’era questo rischio quando c’è a disposizione un’alternativa che è Pfizer? Ma questa è la Repubblica delle banane? Io rimango sconcertato. Qui il primo che si sveglia decide di fare gli open day per i ragazzi… Il Cts è stato informato preventivamente? Hanno chiesto il parere agli esperti?”. “Abbiamo discusso a lungo sul problema di AstraZeneca, abbiamo discusso del fatto che andava dato sopra i 60 anni perché, sebbene sicuro ed efficace, c’erano alternative e non valeva la pena correre rischi. Poi si sapeva – conclude Crisanti – anche la frequenza di questa complicazione: la frequenza è 1 su 6-700mila? E sicuramente avranno vaccinato 6-700mila ragazzi”.
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