Roma, 13 mag. (LaPresse) – La Feps, la fondazione per gli studi progressisti europei, conferma di aver avviato un’azione legale nei confronti dell’ex presidente Massimo D’Alema dopo aver tentato senza successo una soluzione extragiudiziale volta a ottenere il rimborso delle somme versate in esecuzione del contratto per la remunerazione dell’esponente politico italiano negli anni che vanno dal 2013 al 2017. E’ quanto si legge in una nota della Fondazione. In seguito ad un processo di revisione interna che si è tenuto nel 2019 dopo un cambio del management, la Feps – viene spiegato – ha riscontrato un’irregolarità relativa a un contratto per la remunerazione del suo ex presidente Massimo D’Alema negli anni che vanno dal 2013 al 2017. “Il contratto firmato dall’ex segretario generale Ernst Stetter e dall’ex presidente Massimo D’Alema – continua – non era mai stato presentato o convalidato né dal Bureau della FEPS né dall’assemblea generale della FEPS, come richiesto dalle norme e dai regolamenti applicabili. Nella storia della FEPS, gli organi di governo della fondazione non hanno mai deciso di remunerare il presidente. A causa della mancanza della procedura appropriata, il contratto è considerato irregolare”.

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