Il professore di Ingegneria informatica: "Si affiderebbe a un'azienda americana un tassello di un'infrastruttura critica"
I satelliti di Elon Musk e della sua società SpaceX, per l’Italia, rappresentano una scorciatoia rischiosa. È la valutazione, con LaPresse, di Juan Carlos De Martin, professore di Ingegneria informatica presso il Politecnico di Torino, dove dirige il centro Nexa su Internet e società. “Da una parte – fa notare De Martin interpellato sul tema – assicurare l’accesso a Internet a tutte le aree interne del nostro Paese ha un’enorme rilevanza non solo economica, ma anche culturale e civile. Farlo coi satelliti di SpaceX, ammesso che il progetto di cui si sta discutendo includa anche usi civili, rappresenterebbe una soluzione più rapida rispetto ai progetti alternativi (anche se rimangono ancora tutti da valutare i costi e condizioni). In ogni caso, una soluzione rapida a un problema sentito da milioni di cittadini rappresenterebbe un ritorno politico importante per il premier Meloni e la sua area politica. Il sistema alternativo della Ue, Iris2, è previsto entrare in servizio non prima del 2030 e anche il piano di cablaggio portato avanti con fondi Pnrr ha tempi più lunghi dell’opzione SpaceX”.
“A un’azienda americana un tassello di un’infrastruttura critica”
Dall’altro lato, nei satelliti di Musk un rischio c’è: “si tratterebbe – spiega l’esperto – di affidare a un’azienda americana, come lo è Space X, un ulteriore tassello di un’infrastruttura critica per la sovranità del Paese, ovvero quella di comunicazione delle informazioni. Sono ormai molti anni, infatti, che l’Italia, e più in generale l’Europa, cede sempre di più a grandi aziende USA come Microsoft, Google e Amazon il controllo di infrastrutture essenziali come quelle di comunicazione, immagazzinamento ed elaborazione delle informazioni. Se poi, oltre agli usi civili, si parla di affidare le comunicazioni militari e in generale dello Stato, la delicatezza della scelta mi sembra massima”. Per il docente del Politecnico di Torino, dunque, “non c’è una differenza sostanziale dell’operazione con la società di Musk rispetto ad altre operazioni simili, come decidere di mettere dati sul cloud di una big tech, affidare loro l’email o gli strumenti di collaborazione, o usare loro potenza di calcolo”.
“Sorprendente che l’Ue non mobiliti le risorse per rendersi indipendente”
“Trent’anni fa la consapevolezza dell’importanza del controllo fisico della rete telefonica e radio, delle torri e dei cavi, degli archivi, dei server, la materialità insomma delle infrastrutture dell’informazione, era diffusa nella classe dirigente dell’Italia e dei principali Paesi europei. Oggi questa consapevolezza sembra essere essersi grandemente indebolita“, prosegue De Martin. Come si spiega questa tendenza? “Nel 2000 un ritardo culturale rispetto agli Usa ci poteva stare, ma nel 2024 e ora nel 2025 è sorprendente che l’Ue non riesca a mobilitare le risorse per rendersi davvero indipendente in un settore così cruciale. Sembra prevalere una sorta di rassegnazione”, conclude De Martin.
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