L'azzurro ha spodestato Novak Djokovic dalla sua vetta, dopo una scalata lunga sei anni

Ora che è sulla vetta a respirare l’aria rarefatta riservata ai campioni, può guardare dall’alto della sua gloria come ci è arrivato fin lassù. Ci sono voluti sei anni a Jannik Sinner per approdare nell’Olimpo del tennis, spodestare un re senza tempo come Novak Djokovic, il più vincente della storia del tennis (24 Slam in 36 finali), e regalare all’Italia un primato che fino ad una manciata di stagioni fa neanche il più ottimista poteva sognare. Quanto si è materializzato in questi giorni memorabili al Roland Garros è, per un tifoso italiano, un po’ come assistere all’approdo sulla Luna.

Due mesi da numero 2 al mondo

Era il primo aprile scorso quando il predestinato altoatesino si è issato al numero 2 del ranking: aveva appena vinto il Masters 1000 di Miami, titolo che fece seguito al suo primo Slam in carriera, gli Australian Open all’inizio dell’anno. Da allora era partita una lunga attesa, perché era quasi scontato, per tutti gli addetti ai lavori che ruotano attorno al mondo della racchetta, che Sinner mettesse la freccia sul serbo (vista anche la condizione non eccelsa del 37enne Djoker, che infatti ha ceduto la vetta a Sinner perdendo agli ottavi dello slam francese contro Cerundolo a causa di un problema al ginocchio). Il passaggio di consegne era atteso entro l’anno, ma ci sono voluti solo due mesi a Jannik per arrivare in testa al ranking. 

Una scalata lunga sei anni

Jannik ha messo gli scarponi dello scalatore che aveva solo 16 anni. Il 2018 è stato il suo primo anno da professionista, chiuso al gradino 551. Il 2019 è terminato con un altro bilancio positivo che lo ha portato ad avanzare al numero 78, un balzo significativo. Ma è stato il 2020, l’anno della pandemia, quello che ha portato al suo exploit. Nel 2021 l’azzurro è entrato in top 10, chiudendo l’anno alla decima posizione. Piccola battuta d’arresto nel 2022, chiuso al numero 15, ma poi è arrivata la consacrazione nel 2023. Sinner è diventato il numero 4 Atp, con tanto di successo in Coppa Davis, riportata su suolo italiano dopo 47 anni. Undici posizioni in un anno e un obiettivo chiaro per il 2024: mettere la bandiera italiana sulla vetta più alta. Ad oggi il tennista 22enne può vantare ben 13 titoli e tre finali, compreso l’Australian Open conquistato a gennaio.

Il regno di Djokovic

Djokovic, che ha chiuso per 8 volte la stagione da numero 1 del mondo (2011, 2012, 2014, 2015, 2018, 2020, 2021 e 2023), è il tennista che ha trascorso il maggior numero di settimane in assoluto al vertice della classifica mondiale (426), di cui 122 consecutive, ed è il tennista più anziano ad aver guidato il ranking. È diventato numero uno al mondo per la prima volta in carriera il 4 luglio del 2011 all’età di 24 anni. Il ventiduenne Sinner in questo lo ha già battuto. Entrato in top ten a 20 anni disse: “Io non mi accontento. Arriva il momento in cui si raccolgono i frutti, e il momento è ora”. Jannik ha sempre avuto fretta, una fretta maledetta. E ora che respira aria di montagna lui, da ex sciatore, non ha di certo voglia di scendere tanto presto.

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