Finale al cardiopalma che si è decisa solo negli ultimi 50 metri

Una finale al cardiopalma. Che si è decisa solo negli ultimi 50 metri, in una skin race maschile palpitante, dopo 37 gare complessive spalmate su due giorni. Nella capitale del gioco gli Energy Standard calano il poker vincente, aggiudicandosi il quarto meeting su quattro disputati nonché quello più importante, a Las Vegas, nell’ultimo atto dell’International Swimming League. Lo show fuori dalla vasca, in un tripudio di luci e colori ad abbagliare l'oscurità dell’arena del Mandalay Bay, non ha deluso le aspettative ma sono stati i protagonisti in acqua a rendere speciale l’epilogo della prima edizione dell’Isl. Con ben tre finaliste su quattro – LA Current a parte – in lizza per il titolo e racchiuse in 25 punti prima delle due gare a eliminazione sui 50 metri stile libero che hanno chiuso il programma. E che, ancora una volta, si sono rivelate decisive. Perché la leadership parziale degli Energy Standard al termine della prima giornata è stata messa a dura prova dal ritorno dei London Roar e dei Cali Condors. Scavalcati quasi subito dal team britannico, gli Energy si sono ritrovati strada facendo, anche grazie al contributo fondamentale di Seto, dominatore dei 200 misti e dei 200 delfino, e hanno messo le mani sul trofeo grazie alla vittoria di Sarah Sjostrom (eletta Mvp della stagione per appena 3,5 punti su Dressel) nella skin race femminile davanti alla rivale dei britannici Cate Campbell. Ma il sorpasso all’ultima bracciata è arrivato solo nella prova maschile conclusiva: Kyle Chalmers e Duncan Scott sono usciti al primo taglio, piazzandosi quinto e sesto. Doppia eliminazione fatale per i lanciatissimi Roar. La gara è stata dominata come da pronostico dal cannibale Dressel – Mvp della finale con la bellezza di 121 punti (quasi 30 in più di Sjostrom, seconda alle sue spalle) – ma i piazzamenti di Florent Manaudou, secondo, e di Ben Proud, quarto, hanno sancito definitivamente la vittoria degli Energy, che hanno totalizzato 9,5 punti in più dei London Roar e 38 in più dei Cali Condors, tagliati fuori dopo la brutta performance nella skin race femminile. Solo a quel punto la squadra capitanata da Sjostrom e Le Clos si è davvero lasciata andare, ricevendo il trofeo e festeggiando la vittoria con tanto di tuffo finale collettivo in vasca. “È fantastico, probabilmente è una delle emozioni più forti che ho provato nel mondo del nuoto – ha raccontato il coach del team James Gibson – Le Olimpiadi e i Mondiali sono ovviamente speciali, ma questa vittoria lascia una sensazione completamente diversa. Quando fai parte di un team è un tipo di emozione diversa. E' più intensa, la pressione era alta, c'erano grandi aspettative su di noi. Sulla carta non siamo la squadra più forte, ma siamo stati il team migliore”. Soddisfatta anche Sarah Sjostrom, che alla gioia collettiva ha unito quella personale di Mvp della stagione. Con premio da 50mila dollari annesso. “L'obiettivo principale era ottenere punti per la squadra fino in fondo – ha sottolineato la svedese – Il premio di Mvp è stato ovviamente un bel momento. Sono molto felice di esserci riuscita e di aver vinto la finale. Ho affrontato alcune delle rivali più forti in quasi tutte le gare che ho fatto, non è una cosa che capita spesso. E' stata una esperienza positiva per me gareggiare con questa pressione addosso”.

La rimonta dei Roar inizia fin dalla primissima gara. Emma Mckeon tocca prima di Sarah Sjostrom nei 100 stile, aprendo le danze alla sinfonia verde nella arena del Mandalay Bay. Perché capitan Peaty fa il suo nei 100 rana, Chalmers e Scott si piazzano alle spalle del sottomarino Dressel nei 100 stile, Guy e Winnington confezionano la doppietta nei 400. Anche i Cali Condors piazzano il sorpasso ai danni degli Energy Standard, dato che oltre a Dressel possono contare su una perfetta Lilly King, che completa l’en plein (dodici successi su dodici contando tutti i meeting) e resta imbattuta nella rana. Ariarne Titmus, trionfatrice nei 400, e la vittoria nella staffetta mista femminile fanno il resto.

Come accaduto nel day 1 è l'ultimo arrivato Daiya Seto a guidare la riscossa della sua squadra, regalando la prima vittoria agli Energy Standard nei 200 misti. Le Clos e Manaudou alimentano il rientro del team con base in Turchia piazzandosi alle spalle del missile Dressel nei 50 farfalla, anche se al femminile Beryl Gastaldello sorprende Sjostrom regalando il primo acuto di giornata agli LA Current, quarti e alla lunga decisamente staccati dalle altre finaliste in lotta per il titolo. Il dorso si conferma terreno fertile per i London Roar, che si impongono nei 100 al maschile con Guilherme Guido e al femminile con Minna Atherton. Gli Energy Standard dopo la brutta prova al femminile nei 200 farfalla risalgono la china grazie alla coppia Seto-Le Clos, che riporta in scia il team con base in Turchia, a poco più di venti punti dai London Roar. Il resto è storia, come accaduto nei meeting precedenti: la rimonta nelle skin race, il successo di Sjostrom e il secondo posto di Manaudou alle spalle dell'imbattibile Dressel. A quel punto – dopo l'ennesima rimonta – può iniziare la festa. In una Las Vegas per una notte ancor più luminosa agli occhi degli Energy Standard.

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