Giocatore più vincente nella storia della NBA, Russell ha marciato al fianco di Martin Luther King Jr., si è schierato con Muhammad Ali e ha ricevuto la Presidential Medal of Freedom dal presidente Barack Obama

L’America piange Bill Russell, l’uomo che ridefinito il modo in cui si gioca a basket e che soprattutto ha dato un contributo fondamentale all’emancipazione delle persone di colore nello sport e nella società. Giocatore più vincente nella storia della NBA, Russell ha marciato al fianco di Martin Luther King Jr., si è schierato con Muhammad Ali e ha ricevuto la Presidential Medal of Freedom dal presidente Barack Obama. Fulcro della leggendario dinastia dei Boston Celtics a cavallo tra gli anni 60′ e 70′, Russell ha vinto 11 campionati Nba in 13 anni, gli ultimi come giocatore-allenatore. E’ stato il primo allenatore nero in uno dei principali sport professionistici statunitensi. Russell è morto domenica all’età di 88 anni, con la moglie, Jeannine, al suo fianco, ha detto la famiglia in una dichiarazione pubblicata sui social media. Non è stata indicata la causa della morte, Russell viveva nell’area di Seattle e recentemente non aveva potuto presenziare alla consegna del trofeo MVP delle finali Nba a giugno a causa di problemi di salute. “Speriamo che ognuno di noi possa trovare un nuovo modo di agire o di parlare con il grande impegno, dignitoso e sempre costruttivo di Bill. Sarebbe l’ultima, e duratura, vittoria per il nostro amato #6″, si legge nella nota della famiglia. Hall of Famer, cinque volte Most Valuable Player e 12 volte All-Star, Russell nel 1980 è stato votato come il più grande giocatore nella storia della Nba dai giornalisti di basket. Rimane il campione più decorato in tutti gli sport americani, avendo vinto anche due titoli universitari con l’Università di San Francisco e una medaglia d’oro olimpica nel 1956 a Melbourne. Archetipo di altruismo, l’ex centro dei Boston Celtics faceva della difesa e della capacità di andare a rimbalzo le sue armi più forti. Epiche le battaglie sotto canestro contro Wilt Chamberlain, l’unico degno rivale di Russell e suo principale competitor per rimbalzi, trofei MVP e discussioni da bar su chi fosse il migliore. Chamberlain, morto nel 1999 a 63 anni, ha segnato il doppio dei punti, ha vinto quattro trofei MVP ed è l’unico giocatore nella storia della lega ad aver catturato più rimbalzi di Russell, 23.924 contro 21.620. Ma il centro dei Celtics ha dominato nell’unica statistica che gli interessava davvero: 11 campionati a due.”Bill Russell è stato il più grande campione di tutti gli sport di squadra”, ha detto il commissioner della NBA Adam Silver. Ancora più importante, ha aggiunto: “Bill rappresentava qualcosa di molto più grande dello sport: i valori di uguaglianza, rispetto e inclusione che ha impresso nel DNA del nostro campionato”. In una dichiarazione rilasciata dalla Casa Bianca, il presidente Joe Biden ha elogiato Russell per il suo lavoro per tutta la vita a difesa dei diritti civili e lo ha definito “un imponente campione di libertà, uguaglianza e giustizia”. “Bill Russell è uno dei più grandi atleti della nostra storia, un brav’uomo e un grande americano che ha fatto tutto il possibile per mantenere la promessa dell’America per tutti gli americani”, ha aggiunto. Tantissimi i messaggi di cordoglio, sia da esponenti del mondo dello sport che della politica: da Obama a Michael Jordan, da Magic Johnson al sindaco di Boston, Michelle Wu. “Oggi abbiamo perso un gigante”, ha detto Obama. “Per quanto Bill Russell fosse alto, la sua eredità lo è molto più in alto, sia come giocatore che come persona. Forse più di chiunque altro, Bill sapeva cosa ci voleva per vincere e cosa ci voleva per guidare”, ha aggiunto. Originario della Louisiana, Russell ha preso parte alla storica marcia su Washington nel 1963, quando Martin Luther King pronunciò il suo celebre discorso “I Have a Dream”, e sostenne Ali quando il pugile fu messo alla gogna per aver rifiutato di fare il servizio militare.

Obit-Bill Russell Basketball

Obit-Bill Russell – FOTO: AP

Nel 2011, Obama ha assegnato a Russell la Medal of Freedom, la più alta onoreficenza civile americana. “Essere il più grande campione del tuo sport, rivoluzionare il modo in cui si gioca ed essere un leader della società tutto in una volta sembra impensabile”, hanno detto domenica i Celtics. “Ma ecco chi era Bill Russell”, hanno aggiunto. Russell ha sempre raccontato che che crescendo nel Sud segregato e successivamente in California i suoi genitori gli hanno instillato la calma e la fiducia in se stesso che gli ha permesso di respingere le provocazioni razziste. Ma è stato il leggendario giocatore di baseball Jackie Robinson a fornire a Russell una road map per affrontare il razzismo nel suo sport. “Jackie era un eroe per noi. Si è sempre comportato da uomo. Mi ha mostrato il modo di essere un uomo negli sport professionistici”, ha raccontato Russell. Il sentimento era reciproco, tanto che la vedova di Robinson, Rachel, lo ha chiamato e gli ha chiesto di essere uno dei portatori della bara al funerale di suo marito nel 1972. Nel 2013, una statua in suo onore è stata inaugurata nella City Hall Plaza di Boston, circondata da blocchi di granito con citazioni sulla leadership. Russell è stato inserito nella Basketball Hall of Fame nel 1975 ma non ha partecipato alla cerimonia, dicendo che non avrebbe dovuto essere il primo afroamericano eletto. “Sentivo che altri prima di me avrebbero dovuto avere quell’onore”, ha detto nel 2019 quando ha finalmente accettato l’anello di membro della Hall of Fame. La maglia numero 6 di Russell è stata ritirata dai Celtics nel 1972 e nel 1996 è stato inserito come uno dei 50 più grandi giocatori della storia della Nba. Dal 2009 il trofeo di MVP delle finali Nba è stato intitolato a suo nome. “Bill Russell è stato un pioniere, come giocatore, come campione, come primo allenatore nero della Nba e come attivista”, ha detto l’ex star dei Chicago Bulls e attuale proprietario degli Charlotte Hornets Michael Jordan. “Ha spianato la strada e dato l’esempio per ogni giocatore nero che è entrato nella lega dopo di lui, incluso me. Il mondo ha perso una leggenda”, ha aggiunto l’ex Bulls.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata