La 18enne campana racconta: "Qualificarmi è stato bellissimo ma è un peccato che io sia l'unica donna"
Quando Irma Testa metterà piede sul ring avrà già scritto la storia. La 18enne campana è la prima donna italiana nella storia dei Giochi a competere nel pugilato femminile, specialità entrata nel programma a Londra 2012. Un traguardo raggiunto con determinazione al torneo di qualificazioni di Sasmsun in Turchia lo scorso aprile ed in età davvero precoce. La Testa infatti è nettamente la più giovane delle 12 atlete iscritte nella categoria dei pesi leggeri (57-60 kg). La sua avversaria nel match d'esordio, l'australiana Shelley Marie Watts, di anni ha dieci più di lei. "Qualificarmi alle Olimpiadi è stato bellissimo ma è un peccato che io sia l'unica donna – racconta a LaPresse alla vigilia del match di esordio – La mia avversaria non la conosco, non l'ho mai vista, ma ci metterò poco per capire cosa fare. Non sono mai stata così bene in vita mia come ora".
Sulle sue spalle, e su quelle del supermassimo Guido Vianello, c'è il peso della fin qui sfortunata spedizione dei guantoni Azzurri con le eliminazioni dei vari Manuel Cappai, Valentino Manfredonia, Clemente Russo, Carmine Tommasone e l'infortunio di Vincenzo Mangiacapre. "C'è molto amaro in bocca", ammette l'atleta nativa di Torre Annunziata spiegando l'atmosfera che si respira in gruppo. Un outsider giovane, forte e convinta. Una storia che somiglia molto a quelle di Fabio Basile, oro nel judo. "Mi ha ispirato – racconta Testa – mi rispecchio in lui penso che siamo due personaggi simili. Abbiamo la stessa determinazione. La differenza è che nel judo tutto si gioca in un giornata mentre il torneo di pugilato si svolge nell'arco di una settimana dove può anche capitare un momento negativo". Per arrivare all'obiettivo Testa dovrà essere più forte anche di questo.
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