di Andrea Capello

Roma, 25 nov. (LaPresse) – Fiducia verso Rio 2016 e verso la candidatura di Roma ai Giochi del 2024. Rassicurazioni sulla sicurezza negli impianti sportivi dopo gli attacchi terroristici di Parigi. Sorretto dal suo incrollabile ottimismo il presidente del Coni, Giovanni Malagò, affronta gli argomenti del momento a viso aperto. Le prime parole, pronunciate rispondendo alle domande degli utenti in un video forum organizzato da Repubblica Tv, sono sulla minaccia del terrorismo. “Non penso oggettivamente che ci sia un problema di attentati nei confronti del mondo dello sport”, dice. Gli impianti sportivi possono però finire nel mirino in quanto luoghi di aggregazione. “Il rischio c’è ma, avendo già purtroppo avuto a che fare con situazioni a rischio, il mondo dello sport è preparato – spiega – si è visto a Parigi ed in Germania dove sono stati sventati degli attacchi che potevano avvenire negli stadi”.

Ad agosto il presidente del Coni vivrà a Rio de Janeiro la sua prima olimpiade estiva da numero uno dello sport italiano. A Londra l’Italia chiuse a quota 28 medaglie: “Sarei contento se il numero non diminuisse poi le medaglie si devono anche pesare (il riferimento è quelle eventuali che potrebbero arrivare dagli sport di squadra, ndr)”, dichiara. I volti e le specialità su cui puntare per raggiungere l’oro sono chiare nella mente di Malagò: “Paltrinieri, che ha dimostrato di essere il più forte, il fioretto femminile, anche se non ci sarà la gara a squadre, ed i vari tiri dove mi stupirei se non uscisse fuori qualcosa”. Sul portabandiera invece: “nel passato la decisione è sempre stata presa in massima parte dal presidente. Io invece ne parlerò in Giunta che è espressione anche degli atleti”. Fra quelli che potrebbero essere in gara a Rio c’è pure il marciatore Alex Schwazer, che a Londra venne escluso per positività al doping: “La nostra politica a riguardo è tolleranza zero ma, se dimostra di avere i requisiti, sarei felice di vedere lui come qualsiasi altro atleta che ha completato un percorso pagando il conto con la giustizia sportiva”. Difficile invece convincere Flavia Pennetta a non appendere la racchetta al chiodo: “Se ci sono speranze? La vedrò nei prossimi giorni e vedremo – spiega – le sue parole vanno nella direzione opposta, ho il massimo rispetto ma stiamo a vedere…”.

L’altra grande partita che Malagò si gioca è quella relativa alla candidatura di Roma ai Giochi del 2024. Un referendum popolare non ci sarà perché “in Italia mancano i requisiti giuridici” ma i cittadini saranno comunque coinvolti: “Non vogliamo nasconderci – dice – completiamo la prima bozza del bid e poi, una volta ultimato il dossier, consulteremo le persone. E’ giusto dare un giudizio quando si sa di cosa stiamo parlando. Giochiamo a carte scoperte”. Ed anche se il prossimo sindaco di Roma dovesse essere un esponente del Movimento 5 Stelle, scettico nei confronti della candidatura, Malagò, forte dell’appoggio di Governo e Presidenza della Repubblica, si dice capace di poterlo convincere: “Se uno è contrario a prescindere è sbagliato ma, ammesso e non concesso che sia il Movimento 5 Stelle il nostro interlocutore, se spieghiamo alcune logiche a loro vicine come già fatto con le associazioni ambientaliste non vedo perché ci debba essere ostracismo”.

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