Udine, 28 ago. (LaPresse) – All’estero la sponsorizzazione dello stadio è all’ordine del giorno, con l’annessa valorizzazione della squadra da parte del marchio che investe. Detto che comunque è una trattativa e detto che il nome Friuli non verrà tolto, una parte del ricavato andrà al Comune di Udine per migliorare la situazione della città”. Così Gino Pozzo, patron dell’Udinese, ha parlato riguardo allì’impianto friulano, al centro di polemiche dopo la proposta criticara di chiamare lo stadio ‘Dacia arena Friuli’. “Nessuno vuole modificare la denominazione dello stadio in maniera univoca. Noi abbiamo aperto una trattativa, vista la possibilità di sponsorizzare lo stadio per avere dei ritorni economici anche a favore del Comune”, ha spiegato il numero uno dei bianconeri. Pozzo ha poi svelato un retroscena: “Sono anni che ho lasciato l’Udinese ai figli, perché la mia volontà era da anni di lasciare la società, di andarmene. I figli hanno insistito per tenere la società e così è stato fatto”.

Ora la società è diretta da mio figlio Giampaolo e dai suoi eroici collaboratori; eroici perché bisogna essere quasi masochisti per continuare a lavorare in queste condizioni. La buona notizia è che mio figlio è molto tenace. Il mio compito è dare una mano a lui. Ribadisco che ho altri interessi economici e che il calcio per me rappresenta una passione e al contempo una via crucis”, ha aggiunto Pozzo in conferenza stampa.

Sul rapporto con i tifosi spiega: “Siamo contenti dello zoccolo duro che si è abbonato e non guardiamo troppo le cifre. Noi comunque cercheremo di portare sempre più gente allo stadio, perché quando è pieno, è sempre più bello. Detto questo, siamo molto contenti di quello che abbiamo ottenuto: l’Udinese ha un futuro: sono interessati alla società anche dall’estero; ci segue anche Infront, che ha capitali cinesi”.

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