Di Andrea Capello
Coverciano (Firenze), 30 lug. (LaPresse) – Essere disoccupato dopo aver militato a lungo in Serie A a causa del fallimento del Parma. E’ quanto sta vivendo il centrocampista Daniele Galloppa. LaPresse lo ha avvicinato a Coverciano dove sta prendendo parte al raduno organizzato dall’Aic per i giocatori senza contratto. Galloppa racconta tutta la sua delusione nei confronti del mondo del calcio nostrano.
Come sta vivendo questo momento della sua carriera dove è passato dal militare in una squadra di Serie A al raduno dei calciatori senza contratto?
Sicuramente non è facile. Credo sia lo specchio dell’Italia. Siamo stati dei privilegiati per un lungo periodo ed ora da un anno all’altro ti cambia tutto. E’ così in tanti posti di lavoro e lo stiamo passando anche noi.
Che cosa le rimane della stagione burrascosa vissuta a Parma e terminata con il fallimento del club?
E’ stato l’anno più lungo della mia carriera, però mi ha insegnato tanto. Ho messo il naso dentro a tante questioni alle quali spesso non si dà l’importanza che meritano. Questo, da un certo punto di vista, mi ha fatto disinnamorare del mondo del calcio. Sono amareggiato e dispiaciuto.
Si poteva fare qualcosa di più per salvare il Parma?
Personalmente ad un certo punto io non sarei più sceso in campo. Dopo però ci sono stati ragionamenti più razionali. Quello che ci ha fatto fare un passo indietro, da questo punto di vista, è il fatto che si parlava di 300 persone che si trovavano in difficoltà non solamente noi calciatori. Il finale, comunque, era già scritto.
Che cosa spera per il suo futuro? Ha avuto contatti con il nuovo Parma che giocherà in Serie D?
Nessun contatto con loro, perché spero di poter giocare ancora qualche anno a calcio ad un livello più importante, però consiglio a tutti di andare a Parma. Se le premesse sono quelle che sembrano risaliranno sicuramente in poco tempo. E’ una grande piazza. Personalmente ho avuto un’offerta dall’estero con una società dove sono stato in prova (il Toronto Fc di Giovinco) ed un mezzo contatto con una formazione di Serie A. A 30 anni comunque un’esperienza all’estero la farei subito. Dopo quello che ho passato quest’anno vorrei vivere il mondo del pallone diversamente, non si tratterebbe di una scelta economica ma di vita.
Cosa direbbe all’ex presidente Tommaso Ghirardi ed all’ex ad Pietro Leonardi nel caso se li trovasse davanti?
Ci ho pensato più di una volta. Sicuramente non gli chiederei spiegazioni perché si spalleggerebbero l’un l’altro creandosi un alibi. Dico solo che il mondo funziona al contrario, perché alla fine siamo noi le vittime dei loro comportamenti. Manenti? Una figura messa lì da altri. Non merita spazio.
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