di Alessandro Banfo

Torino, 5 lug. (LaPresse) – Rimpianto per la mancata partecipazione delle azzurre ai Mondiali in Canada ma tanta fiducia nelle idee di Carlo Tavecchio e Antonio Cabrini. A fare il punto sulla situazione del calcio femminile italiano, che conta 365 club e 1300 tesserate, è Regina Baresi, attaccante dell’Inter ‘rosa’ e figlia dell’ex terzino Beppe. La 23enne racconta a LAPRESSE di non aver perso neanche una partita dei Mondiali che si concluderanno questa notte con Usa-Giappone: “Mi aspettavo queste due squadre in finale. E’ un peccato che l’Italia non sia riuscita a qualificarsi perché sicuramente il torneo avrebbe avuto un altro risalto a livello mediatico. Basti vedere il successo che ha avuto per esempio in Inghilterra, dove anche Beckham ne ha parlato”.

L’Italia d’altro canto non sembra essere un Paese per donne nel pallone. Se da un lato i colleghi maschili godono di un’attenzione mediatica anche quando sono in vacanza il calcio ‘rosa’ continua a soffrire gap di visibilità e di risorse economiche. Per aiutare il movimento Baresi propone di “avvicinare i club maschili a quelli femminili, sarebbe un primo passo per fare davvero un salto di qualità anche economico”. Ok quindi al progetto del presidente Figc Tavecchio che aveva auspicato una partnership tra i club di Serie A con le squadre femminili anche a livello di settore giovanile. In questo scenario per Baresi è centrale il ruolo dell’ex campione della Juventus Cabrini, ct delle azzurre: “Il suo lavoro è molto importante per far crescere il movimento, soprattutto per i suoi metodi di lavoro che si avvicinano a quelli di big come Germania o Stati Uniti”.

Il calcio femminile italiano tra le sue carte potrebbe puntare sulla ‘purezza’ del movimento, privo degli scandali che macchiano quello maschile: “Nel nostro sport prevale la passione, si pensa al gioco in sé e non al guadagno o alla possibilità di diventare famose. Credo che si debba puntare su questo aspetto per attirare i giovani che ci conoscono poco”. E per avvicinarsi alle fasce più verdi d’età quale strumento migliore se non i videogiochi? Proprio la giovane punta dell’Inter sarà la testimonial in Italia di Fifa 2016, che a settembre lancerà per la prima volta tra le opzioni di gioco il calcio femminile: “E’ una novità importante per noi, è un canale per farci conoscere e avvicinarci a persone che considerano il calcio uno sport prettamente maschile”.

Ma la chiave per la crescita del calcio femminile in Italia non può non passare dalla lotta contro gli stereotipi (le donne cono scarse e omosessuali), esemplificati dalle parole del presidente della Lega Dilettanti Felice Belloli che disse a marzo: “Non si può parlare di dare sempre soldi a queste quattro lesbiche”. Regina Baresi sul tema dice la sua con chiarezza: “Contro il calcio femminile esiste il pregiudizio che siamo tutte lesbiche, non posso negarlo. Io per fortuna in carriera non ho mai incontrato persone con posizioni simili, ma credo che in generale sia importante considerare il calcio in quanto tale, senza andare a intaccare la vita privata delle persone”. Consapevole degli sforzi che ci vorranno per far avvicinare il movimento femminile ai colleghi maschili (anche a livello di ingaggi) la giovane, entrata da poco nel giro della Nazionale, ha le idee chiare sul suo futuro: “Il mio obiettivo è riportare l’Inter in Serie A e non mi paragono a nessun calciatore in campo”. Sull’Inter di Roberto Mancini dice: “Vedo che qualcosa si è mosso sul mercato, Thohir può aiutare molto perché servono buone basi per tornare competitivi”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata