Torino, 10 feb. (LaPresse) – “Mi hanno aiutato moltissimo mio padre e mia madre che seppur in un’altra disciplina avevano ottenuto successo. Visto che io ero un esuberante per natura, il loro modo di bacchettarmi ha fatto si che non andassi ‘fuori strada’”. Gianluigi Buffon, portiere della Juventus e della Nazionale, ha raccontato i suoi inizi intervenendo questa sera allo Juventus Stadium all’evento organizzato da Ransdstad, official partner bianconero. “Ero consapevole delle mie doti e della fiducia che veniva riposta in me, ma avevo anche una ‘strafottenza buona’, una sicurezza che si è rivelata un’arma importantissima”, ha proseguito il numero uno bianconero.

“Per restare a certi livelli però – ha aggiunto – si devono fare sacrifici e rinunce, senza non sarebbe possibile. Io, da parte mia, dopo i 30 anni ho aumentato l’attenzione ai particolari e ai dettagli, prendendomi più cura di me stesso”. Buffon ha poi parlato del talento, “una dote naturale ed è un’ottima base di partenza, ma se non lo si supporta con la perseveranza e l’abnegazione si rischia di essere un campione inespresso o un talento effimero”. “Poter giocare con ragazzi di talento mi stimola e per certi aspetti mi fa anche ringiovanire, perché è bello potersi confrontare con la loro energia”, ha sottolineato il portiere della Juventus. “Si deve cercare di trovare un linguaggio comune però – ha concluso – e quando si danno loro dei suggerimenti si deve trovare possibilmente una maniera scherzosa, non pedante, perché li recepiscono meglio”.

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