Roma, 19 ago. (LaPresse) – “Io vivo per la vittoria. Vincere è una dolce condanna, quando perdo entro in uno stato di morte apparente”. Dichiarazioni che possono sembrare inquietanti, ma che racchiudono tutta la filosofia calcistica di Antonio Conte. “Sono orgoglioso ed emozionato, tutti vorrebbero essere al posto mio oggi. Arrivo a guidare il top club dei top club”, ha esordito sorridente dopo aver firmato il contratto da nuovo commissario tecnico della Nazonale. L’ex allenatore della Juventus si è presentato oggi all’Hotel Parco dei Principi di Roma e tra una polemica e l’altra ha dato le prime indicazioni su come sarà la sua Nazionale. Un progetto che lo vedrà protagonista a 360 gradi, non solo come allenatore, ma anche come responsabile del settore giovanile per rilanciare un calcio italiano uscito con le ossa rotte dal Mondiale in Brasile. “Abbiamo ottimi giocatori e se riusciremo a diventare una squadra, allora questo gap tecnico penso possa essere colmato”, ha spiegato il neo ct. Un Conte che punta a ripetere quanto fatto alla Juventus, dove in tre anni ha riportato una società e una squadra in profonda crisi ad essere di nuovo indiscussa dominatrice. “Mi piacciono le sfide ardue. Arrivo in un momento non semplice per l’Italia, ma sono convinto che possiamo risollevarci per tornare ai primi posti nel Mondo”, ha detto Conte in conferenza stampa con al fianco il presidente federale Carlo Tavecchio. Il tempo a disposizione è davvero poco con i primi impegni dietro l’angolo, lui ne è consapevole e per questo motivo ha già fatto capire che almeno inizialmente andrà sull’usato sicuro. “Il ct spesso ha poco tempo per lavorare per questo si affida al blocco di certe squadra. E’ successo alla Spagna con il Barcellona, alla Germania con il Bayern. Noi cercheremo di lavorare su un groppo storico, quello della Juve, in base alle mie idee”, ha spiegato. A chi gli ha chiesto se non possa fare da ‘parafulmine’ a un movimento in crisi come quello italiano, Conte ha risposto che “sono contento di affrontare questa sfida intrigante in un momento non semplice – ha evidenziato – Il discorso fatto con il presidente ed il suo entourage mi ha dato entusiasmo, passione e voglia, io do tutto me stesso sul lavoro e lo chiedo anche agli altri”.

Questo suo dare tutto, fino all’ossessione, dovrà essere il leit motiv anche per chi farà parte della Nazionale e Conte lo ha fatto capire subito. Non ha fatto nomi, ma è inevitabile che quando si toccano argomenti come concentrazione e massima dedizione alla causa, il pensiero vada a giocatori come Mario Balotelli. “Qui non c’è niente di scontato, per niente e per nessuno, la Nazionale deve essere meritata, sul campo e fuori dal campo – ha annunciato l’ex allenatore della Juventus – Meglio avere 25 giocatori con voglia e passione piuttosto che gente che pensa che verrà convocata a prescindere. Serve attaccamento alla squadra di club e attaccamento alla Nazionale. Si parte da zero, ho bisogno di vedere con i miei occhi, non mi fido di sponsor e giornali, l’occhio mio e dei miei collaboratori sarà giudice inappellabile su tutto”. Quando si parla di blocco Juve, il pensiero va inevitabilmente ad Andrea Pirlo che dopo il Mondiale ha annunciato il suo addio alla Nazionale anche se non definitivo. “Pirlo è un campione, per me è un grande punto di riferimento. Anche lui è tra i giocatori convocabili ed è inevitabile che viste le sue dichiarazioni post Mondiale debba parlarne con lui”, ha ammesso Conte. “Voglio che mi dica cosa sente e che senta cosa ho da dirgli in maniera tranquilla e serena”, ha aggiunto. Sempre a proposito dei singoli, Conte ha parlato anche di Giuseppe Rossi: “E’ un patrimonio del nostro calcio, mi auguro possa risolvere i suoi problemi per il bene del suo club e della Nazionale”. Quindi un nuovo avviso ai naviganti: “La Nazionale bisogna meritarsela. Io guardo a tutte le cose a 360 gradi, sia quello che succede in campo, ma soprattutto quello che accade fuori dal campo. La mia esperienza mi ha insegnato che solo gli uomini possono superare i momenti di difficoltà”.

Quando si parla di comportamenti dentro e fuori dal campo, non si può non pensare al ‘codice etico’ voluto e introdotto dall’ex ct Cesare Prandelli. “Più che di codice mi piacerebbe definire la parola comportamento, a me piace essere pratico e terra terra”, ha spiegato Conte. “Non c’è uno standard, in base alla mia moralità verranno prese decisioni di proposito – ha aggiunto il tecnico salentino – Se punizione deve essere varierà in base alla gravità del comportamento”. Da allenatore della Juventus, Conte è spesso entrato in polemica con la Nazionale per le convocazioni dei giocatori. Ora che si trova dall’altra parte della barricata dovrà essere lui a ‘chiedere’ ai suoi colleghi maggior flessibilità e disponibilità. “Lavorare dieci giorni al mese è una grande sfida – ha detto – Gli stage? Se avrò opportunità di lavorare un po’ di più rispetto al passato sono convinto che il calcio italiano saprà risollevarsi in tempi brevi”. “Spero si possa costruire qualcosa di importante attraverso i rapporti con gli allenatori – ha aggiunto – sperando in una minor intransigenza nel concedermi anche in momento poco opportuno i giocatori”. Ora la parola passa al campo: il 1 settembre ci sarà il primo raduno a Coverciano e il 4 a Bari è in programma l’esordio ufficiale in amichevole contro l’Olanda. Poi il 7 il debutto nelle qualificazioni a Euro 2016 contro la Norvegia. Conte e il suo staff “sono già sul pezzo”, come ha detto lo stesso ct. “Abbiamo già iniziato a studiare la Norvegia, anche se non abbiamo riferimenti per quest’anno. Prima di noi faranno due amichevoli con gli Emirati Arabi e l’Inghilterra, stiamo studiando su quanto fatto nel passato”, ha rivelato a un giornalista scandinavo presente in sala. Prima però ci sarà da affrontare l’Olanda in amichevole. “Siccome sono abituato a guardare partita per partita, prima penseremo all’Olanda e poi alla Norvegia”, ha concluso l’allenatore salentino.

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