Roma, 19 ago. (LaPresse) – “Queste sono domande agghiaccianti”. Sorridendo e con una battuta sulla sua ormai famosa conferenza stampa-sfogo contro la squalifica per il calcioscommesse, Antonio Conte ha rispedito al mittente le inevitabili domande polemiche sul suo stipendio da allenatore della Nazionale e sui ‘problemi’ con la giustizia sportiva. Proprio “l’innovativo” ingaggio di Conte, suddiviso in una parte gravante sulla Federazione e un’altra sullo sfruttamento dei diritti di immagine da parte degli sponsor, è stato al centro della conferenza stampa di presentazione del nuovo ct azzurro. Dopo una riunione andata avanti fino a tarda notte ieri e proseguita nella mattinata di oggi alla presenza dei suoi legali Antonio De Renzis e Giulia Mancini, l’ex tecnico della Juventus ha apposto davanti a telecamere e fotografi la preziosa firma sul biennale da circa 4 milioni di euro che lo legherà alla Nazionale fino al 2016. Un ingaggio che, in tempi di vacche magre per le casse dello Stato, ha fatto inevitabilmente discutere. “Il mio stipendio entra perfettamente nei parametri della Federazione”, ha replicato Conte alle domande. “Se la mia immagine, anche grazie ai miei successi, ha un certo valore è solo un giusto riconoscimento. Ricordo ancora che non ho mai ceduto in passato i miei diritti di immagine, cosa che ho fatto oggi”, ha aggiunto. “E’ stata un’operazione innovativa. E’ un treno che passa una volta sola, per lui e per me. Abbiamo creato un valore aggiunto”, gli ha fatto eco un soddisfatto presidente Tavecchio.

Il numero 1 della Figc ha messo nelle mani del tecnico tre volte campione d’Italia le sue speranze di far dimenticare la polemica e osteggiata elezione e una possibile rielezione alla fine del mandato tra due anni. “Resto dell’avviso che ci voleva un comandante, un condottiero. E’ questa la mia filosofia di vita”, ha spiegato ancora Tavecchio. “La prima telefonata non è finita con una impressione di assenso, ma non si poteva non insistere per creare questo rapporto sinergico con uno dei tecnici più importanti d’Europa – ha sottolineato il presidente federale – Dopo la seconda e la terza ho avuto la certezza che Conte avrebbe accettato questa importante sfida”. Tavecchio ha ribadito il fatto che la “grande professionalità del mister non ha bisogno di essere assistita, abbiamo dato a Conte le chiavi in mano, e quando uno ha le chiavi in mano gestisce la macchina come vuole”. Il rapporto con gli sponsor sarà uno degli aspetti che ha fatto più discutere e con cui Conte e la Figc inevitabilmente dovranno convivere nel bene e nel male. Il numero uno della Figc ha ammesso che “con la Puma avremo un rapporto preferenziale, è una risorsa per noi, ci ha assistito in questo discorso con la sua competenza, con il suo prodotto”, ha evidenziato Tavecchio. Dal canto suo Conte ha replicato così alle ‘maliziose’ domande su possibili ingerenze nelle sue scelte: “Chi conosce Conte, sia l’uomo che il professionista, sa bene che niente e nessuno può impormi qualcosa”. Proprio nella famosa conferenza stampa post squalifica, Conte attaccò duramente la Federazione, parlando apertamente di “paura” nell’avere rapporti con calciatori che avrebbero potuto accusarlo di qualsiasi cosa.

A distanza di due anni da quella vicenda, oggi il tecnico leccese è un dipendente della Figc. “Non ho cambiato idea dopo un anno e mezzo, per me quella è stata una squalifica ingiusta. L’ho pagata con grande dolore mio e della mia famiglia. Anche quello è stato un percorso che mi ha aiutato a crescere da un punto di vista umano e oggi essere qui credo sia la migliore risposta per tutti”, ha detto Conte. Da ex dipendente della Juve, Conte si è infine abilmente smarcato da un’altra possibile buccia di banana: quella relativa al numero di scudetti vinti dai bianconeri. “Gli scudetti che ricordo più volentieri sono quelli che ho vinto io: cinque da calciatore e tre da tecnico. Sono quelli che ricordo di più e con grande gioia”, ha glissato Conte.

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