Milano, 9 ago. (LaPresse) – “Credo che sia stato un buon governatore fino ad ora. Ha agito in Lega Dilettanti con le sue idee non condivisibili da tutti ma ha cercato di lavorare, ma ci ha messo in difficoltà a livello internazionale e questo è fuori di dubbio”. Così Demetrio Albertini, candidato alla presidenza della Figc, in un’intervista ai microfoni di Sky Sport 24 ha parlato del suo ‘rivale’ Carlo Tavecchio. “Il fatto che un ragazzo della Primavera dell’Atalanta abbia preso nove giornate di squalifica, poi ridotte a cinque, e due mesi di servizi sociali per una frase simile a quella detta da lui (sui calciatori extracomunitari, ndr), voglio capire come verrà gestita – ha evidenziato l’ex giocatore del Milan – Credo che un presidente debba essere rappresentativo e comunicativo, a questo devono pensare tutti gli elettori”.

Pe risolvere i problemi del calcio ‘made in Italy’, Albertini è convinto che “bisogna creare i giocatori e fare il bilancio con la vendita dei calciatori buoni – ha evidenziato – Io ho proposto quello che fala Uefa in Champions League, con rose da 25 giocatori di cui almeno 10 provenienti dai nostri vivai. Senza questa misura qualsiasi altro intervento non verrà valorizzato nel modo giusto. Ricevo ancora tante telefonate in cui mi chiedono di poter essere l’alternativa a quello che è il calcio di Tavecchio”, ha concluso Albertini.

“Non siamo pronti affinché un calciatore o un ex calciatore possa essere presidente di tutti”, ha poi aggiunto Albertini. “Ho constatato in queste settimane che il corporativismo che esiste in federazione l’ho vissuto anche in campagna elettorale – ha sottolineato l’ex centrocampista – la Federazione di Tavecchio potrebbe essere in bianco e nero, quella di Albertini in HD. Bisogna guardare avanti e confrontarsi con le federazioni europee, senza copiare ma conoscendo chi sta correndo più veloce di noi”.

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