Istanbul (Turchia), 8 lug. (LaPresse) – “Quando dopo la partita dissi che il progetto tecnico è fallito, chi ha ideato il progetto deve prendersi le responsabilità e accettare le conseguenze”. Cesare Prandelli torna così sull’addio alla panchina della Nazionale seguita al ko contro l’Uruguay, costato agli azzurri l’eliminazione dal Mondiale. Il tecnico commenta le critiche ricevute in Italia per il passaggio al Galatasaray ed in particolare modo il paragone con Schettino: “Ho pensato a familiari di quelle vittime. Il calcio non può entrare a gamba tesa nei confronti di questi familiari che soffrono”, spiega l’ex ct ai microfoni Rai, a margine della presentazione quale nuovo allenatore del club turco. “Quando ricevi un po’ di minacce non è bello, anche perché pensi ai tuoi familiari, alle persone che ti stanno vicino. Non è bello”. “Arrivano sempre lettere…”, continua Prandelli. “Quando uno leggere certi articoli o sente qualche trasmissione, è normale perdere la testa”. “La sensazione – aggiunge – è che in questi quattro anni probabilmente ho ricevuto più di quello che ho meritato, e in questo momento sto ricevendo più di quello che merito”.
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