Trieste, 1 giu. (LaPresse) – Il Condor ha spiccato il volo. Il Giro d’Italia 2014 consacra Nairo Alexander Quintana Rojas: la maglia rosa, ‘ereditata’ dal trionfatore dello scorso anno Vincenzo Nibali e sfoggiata sul podio di Trieste, può rappresentare per il colombiano il primo tratto di scalata verso l’olimpo dei grandi. Basso profilo, concretezza da campione moderno, orgoglio da leader: e un’impeccabile lucidità da veterano, nonostante possa essere considerato il capostipite della ‘leva ciclistica della classe ’90’ che si è messa in mostra nella corsa rosa di quest’anno, prenotandosi il futuro. Sono questi gli ingredienti che hanno permesso alla punta di diamante della Movistar, al suo primo Giro, di dare ragione al pronostico che lo vedeva, alla vigilia, il grande favorito dopo il secondo posto ottenuto al Tour de France 2013. Niente, lungo la sua rotta da Belfast a Trieste, è stato lasciato al caso. Le qualità di scalatore puro sfoderate al momento giusto, una strategia perfetta applicata con l’ausilio di una grande squadra, un’attenzione maniacale ai dettagli (il cambio di casco nel ‘pit stop’ nella crono di Cima Grappa provato più volte in allenamento): così l’obiettivo rosa è stato condotto al porto di Trieste – dove nel 1973 venne salutato il trionfo di un ‘certo’ Eddy Merckx – nonostante i problemi respiratori con cui ha dovuto combattere nella seconda settimana, senza contare il maltempo che ha inasprito la fatica dei corridori.

Forse il 24enne di Combita, paesino di 12mila anime nel dipartimento di Boyacà, non ha lasciato sul Giro un’impronta eroica come i nostalgici dei tempi che fu speravano – sul ‘Maracanà’ Zoncolan in molti attendevano il suo sigillo, lui si è ‘limitato’ a gestire il vantaggio – ma quando il gioco si è fatto duro, il ‘Condor’ ha sfoderato tutta la sua classe. In fondo, è quello che conta. Le tappe spartiacque, ‘anticipate’ dal terzo posto sul Plan di Montecampione dove lancia il primo avvertimento, sono ovviamente la Ponte di Legno-Val Martello e la Bassano-Cima Grappa. Nella prima, Quintana ha dato lo scossone decisivo firmando una vittoria maldigerita da molti: il discusso ‘giallo’ della safety-moto, i problemi di incomprensione tra direzione del Giro e ammiraglie, il colombiano accusato di furberia per lo scatto sulla discesa dello Stelvio. In quel frangente, occorrevano nervi saldi per attraversare indenne la bufera, e possibilmente dissipare i dubbi con una vittoria. L’occasione ideale non poteva che essere la cronoscalata con arrivo sul Monte Grappa: sulle salite di uno dei luoghi simbolo della Grande Guerra, un percorso disegnato apposta per esaltare le sue doti, il colombiano ha di fatto disarmato tutti i suoi nemici. Nessun dubbio: è lui, quest’anno, il più forte di tutti.

“Sono qui per dimostrare il mio valore e che ho le qualità per essere dove sono” è stato, nei post tappa, il suo mantra dal momento in cui ha strappato la maglia rosa al Rigoberto Uran. Connazionali, amici-rivali (hanno vissuto insieme a Pamplona). Gemelli diversi: due sole espressioni, in pratica, per il ‘duro’ della Movistar (parafrasando l’immortale istantenea di Sergio Leone su Clint Eastwood: sopra la bicicletta e senza la bicicletta), occhi vispi, battute e una simpatia contagiosa per il capitano della Omega Pharma Quick Step, battagliero, generoso e competitivo (il suo capolavoro, la crono da Barbaresco a Barolo), ma costretto ad inchinarsi alla maggior classe del connazionale. Entrambi, orgoglio di una Colombia incollata da giorni ai teleschermi per seguire le imprese dei suoi eroi (e non dimentichiamo la maglia azzurra di miglior scalatore indossata da Julian Arredondo, primo ad arrivare sul Rifugio Panarotta). In patria, la notizia del successo di Quintana è stata l’apertura di tutti i notiziari, e in queste ore l’immagine del trionfatore del Giro (prima volta per la nazione sudamericana), spopola su televisioni, radio e web. Una nazione intera che si stringe intorno al suo campione, chiedendo al ‘Condor’ – finalmente sorridente – di non smettere di volare, oltrepassando i confini: “Grazie al Giro – ha commentato ieri, dopo lo Zoncolan – adesso il mondo sa chi è Nairo Quintana”.

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