Di Antonio Martelli e Andrea Capello. Coverciano (Firenze), 21 mag. (LaPresse) – Un brutto episodio ha caratterizzato la seconda mattinata nel ritiro della Nazionale a Coverciano in vista dei Mondiali in Brasile. Un pesante insulto razzista rivolto a Mario Balotelli, ‘negro di m…’, udito distintamente dai presenti proprio mentre l’attaccante del Milan e dell’Italia stava effettuando il riscaldamento con Rossi, De Rossi, Cassano e Marchisio sul campo secondario del centro tecnico federale. Un squarcio nel silenzio e nelle quiete di una bella giornata di sole proveniente dall’esterno, probabilmente da un gruppetto di tre ragazzi che si trovavano a passare dietro la siepe che delimita il centro di Coverciano. Balotelli è stato bravo ed intelligente nel mantenere il sangue freddo e nel non rispondere alla provocazione, proseguendo il lavoro atletico e limitandosi ad un commento con il compagno di squadra Marchisio dove ha rilevato come “solamente a Roma e a Firenze sono così scemi”. Alla sgradevole voce del contestatore hanno fatto da contraltare i cori di sostegno a Supermario di un gruppo di bambini presenti a Coverciano per assistere all’allenamento. “Forza Mario noi ci crediamo” uno dei cori gridati dai bambini presenti a Coverciano, c’è stato anche uno che gli ha detto “vieni alla Juve”. Balotelli uscendo dall’allenamento si è limitato ad un semplice “ciao” rivolto ai cronisti senza commentare l’accaduto, fermandosi però per fare foto e firmare autografi insieme ai ragazzi.
Sullo spiacevole episodio sono intervenuti i carabinieri di stanza al Centro tecnico di Coverciano. Gli agenti dell’arma sono usciti per controllare le persone presenti all’esterno della rete ma hanno trovato soltanto una famiglia che cercava di assistere all’allenamento degli azzurri attraverso una siepe e non hanno identificato nessuno. Poco dopo all’interno del centro tecnico è apparsa anche la Digos evidentemente allertata da quanto accaduto. Un episodio grave che mette ancora una volta in cattiva luce il calcio italiano, visto che immediatamente la notizia ha fatto il giro del web anche all’estero, come in Inghilterra. Nell’ambiente azzurro quanto accaduto non sembra aver sorpreso più di tanto, quasi una sorta di abitudine ad episodi che sono già accaduti in passato, non ultimo la banana lanciata in campo ai giocatori del Milan dai tifosi dell’Atalanta a Bergamo fino ai cori ‘non esistono negri italiani’ sentiti troppo spesso nelle curve. Supermario è apparso tranquillo, l’episodio sembra gli sia scivolato addosso senza scomporlo più di tanto. Lo stesso ct Cesare Prandelli, interrogato a riguardo al termine della sessione di lavoro, ha spiegato di aver sentito “solo cori belli. Se poi uno…pazienza”. Anche il presidente federale Giancarlo Abete ha sottolineato da Milano che si tratta di “comportamenti inaccettabili da parte di singole persone, che non dovrebbero esserci ma dobbiamo metterli in conto. E’ importante che siano poche persone”.
E su quanto avvenuto è intervenuto nel corso della conferenza stampa anche Ciro Immobile. “E’ grave quanto accaduto ma non bisogna dare troppa importanza – ha dichiarato – se no si mette il dito nella piaga e non è bello per il nostro paese”. Il bomber del Torino ha descritto un Balotelli che “non ha detto una parola, era tranquillissimo e ha continuato a fare il suo lavoro. lo sappiamo che sono cose difficili da accettare, faremo un appello per fare in modo che non succeda più”. Immobile ha poi allargato il discorso anche ad altri episodi di razzismo o di ‘discriminazione territoriale’ come i cori contro i napoletani in vari stadi del nostro paese. “Siamo nel 2014 e stiamo ancora a parlare di bianchi, neri, cinesi e meridionali”, ha detto. Ma è evidente che quanto accaduto oggi è solo l’ultimo episodio di una stagione di calcio italiana ‘disgraziata’ da questo punto di vista e che certo a poche settimane dal Mondiale mette ancora in cattiva luce il nostro paese. “Io non mi vergogno di essere italiano – ha replicato ancora Immobile – ma anche quando sento i cori contro i napoletani sono triste e dispiaciuto. Ci tengo tanto alla mia città e la difenderò sempre fino alla morte”. Fortunatamente la Nazionale è anche altro, come il bel gesto di un gruppo di azzurri che hanno incontrato il pallavolista Giacomo Sintini, protagonista di una battaglia vinta contro un linfoma e che su questa esperienza ha scritto anche un libro dal titolo ‘Forza e coraggio’. Il ct Prandelli, il capitano Buffon, Immobile, Bonucci, Pirlo, Chiellini e Verratti, hanno accolto calorosamente Sintini che ha donato alla Nazionale una copia del suo libro. Bello e sentito soprattutto l’abbraccio finale con Buffon.
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