Di Andrea Capello – Sochi (Russia), 15 feb. (LaPresse) – Li ha voluti a tutti i costi perché credeva nella loro metodologia di lavoro. Loro hanno trovato in lei il cavallo di razza che cercavano per spiccare il volo. Un connubio perfetto. Dietro al fenomeno Arianna Fontana, fino ad oggi due medaglie individuali ai Giochi Olimpici di Sochi, ci sono il quattro volte medagliato olimpico (tre in staffetta, ndr) Eric Bedard ed il suo fidato collega Kenan Gouadec. Due tecnici canadesi trapiantati in Italia dal 2010. Loro hanno saputo trovare la chiave di volta per far splendere definitivamente la stella della Fontana. Nelle mani dei due la determinazione di Arianna è diventata oro colato. La trasformazione è stata graduale ma continua. Non più solo i 500 metri, che restano la gara preferita di Arianna, ma anche i 1000 e sopratutto i 1500 “la gara dove ha vinto per la prima volta in coppa del mondo 3 anni fa”.
Bedard e Gouadec parlano e pensano praticamente all’unisono ed oggi hanno compiuto il loro capolavoro convincendo l’azzurra a cambiare la propria tattica da attendista ad aggressiva mandando le avversarie, ad eccezione dell’inarrivabile cinese Zhou e della coreana Shim, letteralmente nel pallone con una caduta di gruppo che, oltre alle medagliate, ha risparmiato solamente l’olandese Ter Mors. “Questa medaglia ha un gusto ancora più dolce di quella di due giorni fa, siamo felicissimi – spiegano in coro – nei 500 è stato bello ma ci giocavamo l’oro, qui invece ci giocavamo la medaglia, e l’abbiamo presa. Arianna è stata bravissima nella tattica, perché in una finale a sette non si poteva sbagliare: si è messa subito nelle prime 3-4 posizioni e quando le abbiamo detto ‘vai’ è partita innervosendo le avversarie. Al momento le due davanti su questa distanza sono più forti”.
Proprio a questa accoppiata perfetta la ragazza di Sondrio ha voluto dedicare la medaglia: “Perché mi hanno spinto a lavorare di più sulla resistenza”. Un sodalizio ferreo che rischia però di doversi interrompere, così come la carriera di Arianna. L’azzurra infatti ha più volte spiegato che, per quanto riguarda il suo futuro, molto dipenderà dalla permanenza in Italia degli allenatori. A riguardo Bedard e Gouadec preferiscono non sbilanciarsi e non influenzare le decisioni della loro allieva: “Un allenatore deve raggiungere gli obiettivi poi è l’atleta a dover essere convinto di continuare per arrivare dove vuole – hanno evidenziato – Ora comunque ci sono ancora due gare, poi vedremo”. Possibilista a riguardo il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che non vuole ‘perdere’ l’atleta. “bisogna accontentarli”, ha detto “e noi faremo il possibile per mettere il presidente federale Bolognini nelle condizioni di farlo”. Una dichiarazione che, appena giunta alle orecchie della Fontana, le ha fatto venire spontaneo un gesto di esultanza. Con la speranza di vederne altri in pista per diversi anni ancora.
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