Dall’inviato Andrea Capello, Sochi (Russia), 12 feb. (LaPresse) – La giornata del legno. Alle Olimpiadi di Sochi l’Italia ne scopre l’amaro sapore con Daniela Merighetti ed Alessandro Pittin. Due quarti posti che sanno di beffa e non consentono alla spedizione azzurra di aumentare il proprio bottino nel medagliere, sempre fermo all’argento ed al bronzo conquistati da Christof Innerhofer ed Armin Zoeggeler nella memorabile giornata di domenica scorsa. Con la doppietta odierna il numero di quarti posti, quattro contando anche quello di Karin Oberhofer nella sprint femminile del biathlon e quello a squadre nel pattinaggio di figura, sopravanza quello delle medaglie. La Dea bendata insomma sembra aver voltato le spalle agli Azzurri dopo l’inizio scintillante. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, carica la truppa con il suo ottimismo. “Prendiamone il lato positivo”, dice. Un’affermazione corretta perché l’Italia dimostra di esserci ma, come spiegato da lui stesso alla vigilia della partenza, il confine fra una medaglia ed un piazzamento ai piedi del podio e molto labile e può dipendere da tanti fattori. Esattamente quanto successo oggi.

Il primo ‘legno’, quello più inaspettato ed oggettivamente senza troppi rimpianti, è arrivato in mattinata con Daniela Merighetti nella discesa libera femminile. La bresciana, dopo la caduta nelle prove, non sembrava in grado di poter recitare un ruolo da protagonista ed invece così non è stato. Complice un buon pettorale di partenza l’azzurra ha piazzato un’ottima discesa giungendo a 27 centesimi dalle vincitrici ex aequo Maze-Gisin ed a soli 10 dal bronzo. “Ho dato tutto, dall’inizio alla fine. Mi spiace per il quarto posto ma qualcuno doveva arrivarci – ha detto – Mi piacerebbe avere la medaglia al collo ma purtroppo non è così. Questo piazzamento fa parte del gioco ma devo andarne comunque orgogliosa”.

All’amarezza della discesista poi si è aggiunta quella, più cospicua, di Alessandro Pittin. Il friulano infatti non è riuscito a confermare il bronzo di Vancouver nella combinata nordica terminando quarto dopo essere stato battuto nello sprint per il bronzo dal norvegese Krog. Come al solio Pittin è stato piuttosto deludente nel salto (25esimo) e magnifico sugli sci dove ha fatto registrare il miglior tempo. Il suo sforzo però non è bastato per compiere l’impresa. “Ho fatto una bella gara prima di stamattina non pensavo di poter lottare per il podio fino alla fine – ha spiegato – Certo che così fa male perché quarto alle Olimpiadi non vuol dire niente serve solo per il morale”.

Già, il morale. Quello dell’Italia che domani sono chiamati a risollevare due pezzi da 90 della spedizione in Russia. La ‘giovane veterana’ Arianna Fontana e la ‘leggenda vivente’ Armin Zoeggeler. La bionda fuoriclasse dello short track deve confermare, e nei sogni pure migliorare, il bronzo ottenuto nei 500 metri quattro anni fa all’Olimpiade canadese. Al Sanki Sliding Centre invece andrà in scena l’ultima gara olimpica nell’inimitabile carriera dell’altoatesino. L’unico uomo al mondo in grado di vincere sei medaglie in altrettante edizioni delle Olimpiadi a cui ha preso parte cercherà di trascinare l’Italia verso la medaglia nella prova a squadre, novità introdotta proprio per i Giochi di Sochi. Il sogno di entrambi è riportare la bandiera dell’Italia a sventolare nella Medals Plaza olimpica.

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