Zurigo (Svizzera), 13 gen. (LaPresse) – ll Pallone d’Oro 2013 mostra l’alta faccia di Ronaldo. Il fuoriclasse portoghese, ‘bad boy’ un po’ presuntuoso e pieno di sè ai tempi del Manchester United, si è presentato nella cerimonia di Zurigo per ricevere l’ambito premio scoppiando in un pianto a dirotto. “Non ci sono parole per descrivere questo momento”, ha detto l’attaccante del Real Madrid, che ha ottenenuto 1395 punti precedendo gli altri finalisti Lionel Messi (1205) e Franck Ribery (1127). La votazione del premio organizzato dalla rivista France Football e dalla Fifa è stata fatta dai capitani delle nazionali e dagli allenatori dei 209 paesi membri della Fifa oltre che da una selezione di giornalisti. Determinante per la stella del Portogallo, che interrompe così il monopolio del rivale Messi – reduce da quattro successi di fila – le 69 reti realizzate complessivamente nell’ultima stagione, compresa la tripletta alla Svezia che consentito alla selezione lusitana di qualificarsi per il Mondiale in Brasile. Per Ronaldo si tratta del secondo Pallone d’Oro, dopo quello vinto nel 2008 ai tempi del Manchester United, ma il significato è profondamente diverso.
Allora non c’era infatti il figlio Cristiano Junior, che ha accompagnato sul palco la punta delle merengues, né la compagna Irina Shayk, baciata subito prima della consegna del premio. “Ringrazio tutti i miei compagni del Real Madrid e la mia famiglia – ha sottolineato – E’ un orgoglio enorme, non potete sapere quanto sia difficile vincere questo trofeo”. E’ un Ronaldo più maturo, che non ha mancato di ricordare l’altra leggenda del calcio portoghese, Eusebio, scomparso recentemente. “Avete nominato Eusebio, anche io voglio ricordarlo questa sera – ha sottolineato – E’ un momento molto emozionante per me, grazie a tutti”. La cerimonia di Zurigo tuttavia ha proposto altri momenti di grande commozione, come la consegna speciale di un Pallone d’Oro alla carriera alla leggenda del calcio brasiliano e non Pelé. E’ stato Sepp Blatter in persona a premiare ‘O Rey’, che con il Brasile ha vinto tre Mondiali. Non giocando in Europa infatti l’ex giocatore del Santos non ha mai potuto ricevere il prestigioso riconoscimento. “Avevo promesso alla mia famiglia di non piangere ma le emozioni erano troppe – ha ammesso – Ho vinto tanti trofei, ma ero geloso. Vedevo gli altri conquistare il Pallone d’Oro, ma io non giocavo in Europa, in Sudamerica non c’è questo premio. Adesso la mia bacheca è completa”.
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