Torino, 1 set. (LaPresse) – Mancano 7 giorni alla partenza di una delle gare di endurance più dure al mondo: il Tor des Geants, ‘giro dei giganti’. Si tratta di un trail, ovvero di una lunga camminata in montagna su sentieri, che è unica al mondo per lunghezza e bellezza: i giganti in questione sono le montagne della Val d’Aosta, il giro invece è lungo 330 chilometri per 24000 metri di dislivello positivo, seguendo per prima l’Alta Via numero 2 verso la bassa Valle e ritornando per l’Alta Via numero 1. In 741 sono stati ammessi alla gara, che prenderà il via da Courmayeur domenica prossima. Tempo limite per tornare a Courmayeur è il sabato successivo.
Lungo il percorso gli atleti, provenienti da tutto il mondo, potranno trovare cibo e acqua presso numerosi punti ristoro mentre per dormire dovranno arrivare alle cosiddette ‘basi vita’, dove vengono fornite assistenza e cure da medici ed infermieri per coloro che intendono proseguire la gara e garantite tutte le cure d’emergenza. Nessuno dei partecipanti però ha modo di dormire a lungo, perché il cammino è lungo e per stare nei cancelli, cioè nei tempi massimi per proseguire la gara, non è possibile tergiversare. La difficoltà di questa gara, che è, a detta dei partecipanti, innanzi tutto con se stessi, sta proprio nell’impossibilità di riposare: dopo aver percorso una media di 40 chilometri in un giorno per almeno 4mila metri di dislivello, al massimo di può dormire un paio d’ore.
Ma allora perché imbarcarsi per un’avventura così sfinente? Perché, dice chi ha già partecipato come F.B., “è proprio nella situazione al limite che ci si mette alla prova per capire fin dove è possibile arrivare”, “perché è come un viaggio fatto solo insieme alle montagne valdostane e al proprio io”, “perché se non lo hai provato non si può capire fino in fondo”, spiega ancora un altro corridore, S.G. Pochi i ‘senatori’, coloro che la gara l’hanno portata a termine in tutte le edizioni precedenti e che quindi hanno diritto alla partecipazione di default. Molti gli stranieri, provenienti anche dal lontano Giappone. Il fascino delle montagne alla corte del Monte Bianco evidentemente arriva fin lì.
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