Torino, 12 mag. (LaPresse) – “Ho un forte legame con Andrea Agnelli, i tifosi e i miei calciatori. Su questi due anni c’è il marchio di tutti loro, il successo è frutto dei nostri sacrifici”. Antonio Conte, allenatore della Juventus, intervistato da Massimo Giletti a ‘L’Arena’, risponde così alle domande sul suo futuro, glissando ancora una volta sulla sua permanenza in panchina.
Il tecnico parla del periodo della sua squalifica per la vicenda del calcioscommesse: “All’inizio non è stato semplice, mi chiedevo il perché e non trovavo risposte: mi sono chiuso in me stesso, vedevo che attorno a me tutto era poco chiaro. Poi grazie alle persone che mi sono state vicine, ho capito che dovevo affrontare il problema a testa alta, anche incazzandomi”. “Durante quei mesi mi è capitato anche di piangere da solo”, ha aggiunto l’allenatore leccese.
“Sono arrivato a Torino con gli zoccoli ai piedi, sono uscito con le scarpe a calcio. Non avevo qualità tecniche, è grazie alla Juve e a Boniperti che sono diventato un calciatore. Per me la Juve è come una famiglia”, così Conte racconta la sua vita da calciatore bianconero.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata