Roma, 8 ott. (LaPresse) – Ironia e allegria permettono di raccontare storie con leggerezza, senza noia. È come un passaggio smarcante in partita, un mezzo bello ed efficace. È il più bello dei gol. La gente ha bisogno di sorridere”. Francesco Totti spiega con queste parole, in una lunga intervista esclusiva pubblicata sul numero di Tv Sorrisi e Canzoni in edicola domani, martedì 9 ottobre, la sua decisione di scrivere E mo’ te spiego Roma, libro umoristico che ripercorre la storia della Capitale. “È vero, a Roma mi chiamano anche “gladiatore”, ma io credo che il vero coraggio non sia legato ai ruoli o alla fama” prosegue Totti. “Piuttosto, è dire sinceramente ciò che si pensa, impegnarsi per le cose in cui crediamo e fare del nostro meglio per noi e i nostri cari tutti i giorni. Ognuno, nel suo piccolo, può essere coraggioso”.
Il libro contiene suoi colloqui immaginari con Gesù Cristo, Giulio Cesare, Zeus ma, spiega Totti, non ci sono dubbi su quale sia stato l’incontro reale più intenso della sua vita: “È stato quello con Giovanni Paolo II. Di lui non posso dimenticare gli occhi gentili e quella sensazione di pace che sembrava circondarlo”. L’idea di lasciare il calcio per il 36enne Totti è ancora molto lontana: “Penso solo al calcio. Ho sempre nella testa la prossima partita da giocare. Magari quando mi ritirerò inventeremo qualcosa per salutare calorosamente tutti, ma ora è presto per pensarci”.
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