Sigfrido Ranucci “indagato” per la diffusione in una puntata di Report della telefonata tra Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini. A rivelarlo sono i senatori Roberto Rosso e Maurizio Gasparri, rispettivamente capogruppo di Forza Italia in Vigilanza Rai e membro della stessa Vigilanza Rai.
Cosa dicono Rosso e Gasparri
“Apprendiamo che il conduttore della trasmissione ‘Report’, Sigfrido Ranucci, insieme al giornalista Luca Bertazzoni, è indagato dalla Procura di Roma per il grave reato di interferenze illecite nella vita privata in seguito alla diffusione di un audio riguardante la vicenda della signora Maria Rosaria Boccia. Ribadendo sempre e nei confronti di tutti il nostro fermo garantismo, quanto accaduto non può che indurre delle riflessioni sul tipo di servizio pubblico che si vuole proporre ai cittadini. La Rai non può diventare strumento di un gossip sguaiato. E’ perciò chiaro che l’azienda dovrà valutare le azioni di chi ne rappresenta il volto in tv“, afferma Rosso.
“A seguito dell’avviso di conclusione delle indagini a carico della signora Maria Rosaria Boccia si apprende che il conduttore di Report Sigfrido Ranucci e il giornalista Luca Bertazzoni sono indagati per il reato 615 bis del codice penale (interferenze illecite nella vita privata) da parte della Procura di Roma, relativa alla nota vicenda della diffusione di un audio in una puntata di Report. Una scelta di voyeurismo televisivo, inutile, a fatti conclusi, che già criticai aspramente come commissario della vigilanza”, rimarca Gasparri. “Non è una querela per diffamazione ma una grave ipotesi di reato – prosegue -. Fatte salve le garanzie costituzionali che noi riconosciamo agli indagati fino a sentenza passata in giudicato, occorre notare, come Ranucci sempre solerte sugli altri, si sia guardato bene dal giustificare il suo comportamento. La magistratura farà il suo corso ma è evidente che si pone un problema a carico della Rai sui comportamenti dei suoi dipendenti e collaboratori”.
“Dai social, inoltre, apprendiamo che lo stesso Ranucci è stato ospite della Boccia in un podcast da lei condotto e che con la stessa persona, indagata in molteplici procedimenti giudiziari a Roma, a Pisa e a Napoli, avrebbe presentato il suo libro in provincia di Napoli. È evidente che la tutela della dignità delle persone è un confine che nessuno potrà travalicare. Nessuno gode di impunità e anche Ranucci deve rispettare le leggi. La Rai ha il dovere di attivare tutti i meccanismi interni previsti dalle normative e non fare sconti a nessuno”, conclude Gasparri.
La replica di Ranucci
La notizia coglie di sorpresa lo stesso Ranucci, che commenta e replica in un post su Facebook: “Forza Italia chiede intervento della Rai sul sottoscritto”, evidenzia Ranucci. “Premesso che la notizia della denuncia della signora Corsini, moglie di Sangiuliano, nei confronti di ‘Report’, risale a dicembre scorso, ed era già nota, e premesso che il ‘garantista’ Rosso parla di avviso di garanzia quando a noi non è stato ancora notificato, vale la pena ricordare alcuni fatti – sottolinea il giornalista – Si tratta di un audio di pochi secondi estrapolato da ore di conversazioni, quelle sì gossip, che riporta l essenzialità di una notizia di grande interesse pubblico che ha portato a uno scandalo internazionale e alle dimissioni di un ministro. L’audio che ha trasmesso ‘Report’ della telefonata tra l’allora ministro Sangiuliano e la consorte era stato registrato da Maria Rosaria Boccia con la consapevolezza dello stesso ministro, come detto dal suo stesso avvocato”. E ancora: “In quell’audio di pochi secondi c’è la prova che Sangiuliano ha stoppato il contratto a Maria Rosaria Boccia perché chiesto perentoriamente dalla moglie, e non per presunti conflitti come dichiarato in un’intervista al Tg1. Infatti subito dopo quella telefonata Sangiuliano invia un sms al suo capo di Gabinetto nel quale chiede di sospendere l’iter. Inoltre su questa vicenda il consiglio di disciplina dell’ordine dei giornalisti ha già archiviato la mia posizione”. E dunque, conclude Ranucci, “a differenza di garantisti a fasi alterne, ho sempre fiducia nell’operato della magistratura che proprio oggi ha archiviato la denuncia nei nostri confronti dello stragista e terrorista nero Luigi Ciavardini”.
L’attacco del giornalista alla Rai
Ranucci, il cui nome nelle ultime settimane è stato accostato a La7, ha anche attaccato duramente la Rai intervenendo in videocollegamento a ‘European Media Freedom Act c’è, ma in Italia non si vede’, conferenza stampa di Avs nella sala caduti di Nassirya in Senato. “Credo che siamo a un punto di non ritorno per quanto riguarda il servizio pubblico -ha detto a chiare lettere il conduttore di Report-. Per capire come funziona TeleMeloni va analizzata la radiografia precisa della gestione della televisione, a cominciare da come vengono collocate le risorse, dai contratti dei conduttori e dalle collocazioni in palinsesto”. Ranucci ha quindi citato l’esempio della possibile trasmissione di Tommaso Cerno, direttore del Tempo, su Rai3 che “secondo quanto ho letto andrà anche la domenica pomeriggio, venendo messa in una condizione di bacino di ascolto protetto, perché il sabato è molto più a rischio”.
Ranucci ha poi parlato “di una serie di nomine e promozioni che vengono fatte” in Rai: “Ho saputo di premi in denaro che sono stati riconosciuti a dirigenti di cui non si capisce la logica se non quella delle fedeltà ideologica”. Il conduttore ha quindi affrontato l’argomento delle “scuse che vengono trovate sui tagli a programmi che sul campo si sono guadagnati la conferma e il rispetto. Nonostante siano state evidenti le espressioni di gradimento da parte del pubblico nei confronti di ‘Report’ e di altre trasmissioni, sono stati tagliati in favore di programmi che sono nell’ultima parte della classifica dell’indice qualitel che fa il governo”. Ranucci è tornato su alcune circolari che “la Rai ha introdotto”, come quella “che richiede di condividere tutto il girato su una piattaforma unica alla quale hanno accesso tutti gli operatori Rai. Questo rischia di svelare anche delle fonti protette”.
Poi ha anticipato: “Secondo me a breve esploderà un altro bubbone su operazioni di spionaggio fatte dai servizi senza lasciare traccia. Si tratta di operazioni coperte, effettuate senza la traccia di un documento”.
La controreplica di Gasparri
Non si è fatta attendere molto la controreplica di Gasparri alle parole del conduttore di Report: “Sorprende che l’informatissimo Ranucci si meravigli del fatto che sia venuto a conoscenza del suo stato di indagato per gravi reati e gravi violazioni, assolutamente incompatibili con un lavoro nel servizio pubblico radiotelevisivo. C’è stata una chiusura di indagini che comporta la diffusione di atti della magistratura. Nessun segreto e nessun mistero. Noi agiamo con trasparenza, non come quelli che inseguono posti all’autorità anticorruzione”, ha detto il senatore di FI.