"Trasmissione giornaliera, improvvisata e senza ospiti ma con la stessa compagnia di giro"

Quelli della Notte 40 anni dopo? Guardandomi indietro posso dire che è proprio una cosa da incoscienti, volendo fare una jam-session della parola mutuata da una jam-session degli strumenti. Con questa idea è nata un’altra maniera di fare televisione, quella improvvisata con dei ruoli”. Così a LaPresse Renzo Arbore definisce il suo programma di successo, la cui ultima puntata andò in onda il 14 giugno 1985, mentre la prima esattamente il 29 aprile 1985.

“Il miracolo di cui si parla poco è che era una trasmissione al contrario di tante altre che fanno oggi – prosegue Arbore – Era giornaliera, senza ospiti ma con la stessa compagnia di giro. Ed è veramente difficile fare un programma per 32 sere di fila e per di più seguito da interviste e altre apparizioni, perché baciati dal successo. Era proprio da incoscienti. Ogni sera noi ci dovevamo inventare delle cose, arrangiamenti di musica, canzonette da cantare e soprattutto fare conversazioni ‘disutili’ come quelle che io facevo con gli amici quando finivamo di suonare”.

“Se nella tv di oggi ‘Quelli della Notte’ avrebbe lo stesso successo? Se ci fossero talenti bravi come Riccardo Pazzaglia forse sì – risponde Arbore – una trasmissione jam-session con grandi improvvisatori avrebbe successo anche oggi. Seppure oggi c’è un’altra televisione, una tv scritta di confezione fatta molto bene con satira e altro. La verità è che di improvvisatori di talento ce ne sono pochi. De Martino? Stasera tutto è possibile è una trasmissione carina. Stefano lo ha sempre detto che vedeva le nostre, ma è un programma settimanale, non va in onda tutti i giorni. Noi ogni sera ci dovevamo inventare una cosa”.

“Il momento più bello che ricordo? – conclude Arbore – È stato l’ultimo giorno quando uscendo da via Teulada abbiamo visto 5000 persone che ci aspettavano e io uscivo in Cinquecento e quindi mi sono dovuto mettere in piedi con il tettino apribile e salutare il pubblico con la testa fuori dall’auto. Andammo a festeggiare con delle persone che manco conoscevamo ma che ci avevano invitato. La mattina dopo quando mi svegliai dissi: ma che cavolo ho combinato? Mo’ che faccio. Era come se fossi caduto da cavallo. Fortunamente poi mi sono inventato ‘Indietro Tutta’ che era totalmente opposta, ma passarono due anni e mezzo”. 

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