I dipendenti della tv di Stato divisi dopo l'intervista del manager

Sono state tante le reazioni all’intervista dell’ex manager di Amadeus, Lucio Presta, al Giornale, in cui l’imprenditore ha spiegato i motivi del suo divorzio professionale dal conduttore accusandolo anche di avergli chiesto un compenso per aver presentato un programma di cui Presta era produttore, un’eventualità che sarebbe vietata dalla Commissione di Vigilanza Rai. L’opinione pubblica e in particolare i dipendenti Rai si sono divisi sulle dichiarazioni di Presta. A contestarle apertamente è stato il consigliere della tv di Stato in rappresentanza di lavoratori e lavoratrici, Davide Di Pietro.

“Diversi spunti di riflessione, tutti amari”

“L’intervista odierna del manager Lucio Presta a “Il Giornale” offre diversi spunti di riflessioni, tutti amari purtroppo. Oltre ai rapporti personali e professionali tra artista e impresario nei quali non voglio entrare, alcuni passaggi che riguardano la RAI descrivono un quadro che molti di noi già conoscevano e contestavano fuori e dentro gli uffici di Viale Mazzini, mentre altri negavano o facevano finta di non vedere. Basta lavorare qualche anno negli studi, regie o redazioni di moltissimi programmi Rai per capire che l’intervista racconta uno schema consolidato. Lucio Presta, infatti, ammette “candidamente” che era lui stesso (con il conduttore) a scegliere “scenografi, direttori della fotografia, registi, etc” (tutti esterni) esaturando a suo dire la RAI, con buona pace delle regole interne, delle rassicurazioni dei Direttori, del contratto di servizio che impone la valorizzazione delle risorse interne e nonostante lo stuolo di dirigenti più o meno apicali che a domanda diretta hanno sempre negato, mentre stringevano le mani in giro per l’Ariston a colleghi/e che lavorano con il cuore e credono nel servizio pubblico“, scrive Di Pietro in una lettera aperta pubblicata sul gruppo Facebook IndigneRai.

“Un quadro devastante”

“Stando all’impresario, punto altrettanto grave, nell’intervista si prefigura inoltre forte violazione delle regole quando egli asserisce che il conduttore Amadeus, in occasione della trasmissione Arena Suzuki, ha percepito emolumenti dalla società di produzione: tale pratica è espressamente vietata dalla Commissione di Vigilanza RAI“, prosegue Di Pietro. “Così quando lascia intendere che la questione della sponsorizzazione delle scarpe di John Travolta era una questione perfettamente nota al conduttore ed al suo entourage: possibile che nessuno dei dirigenti e direttori presenti all’Ariston sapesse nulla? Lavorerò fino all’ultimo giorno del mio mandato affinché si faccia chiarezza. Infine aggiungo: mi è più chiaro oggi perché il “polo registi” e “polo autori” (ovvero la creazione di un pool di professionalità interne prioritario rispetto agli esterni al quale l’azienda è vincolata a ricorrere) che abbiamo fortemente voluto nel Piano Industriale sta trovando così tanti intralci, resistenze e difficoltà nell’applicazione pratica in discussione nei sotto tavoli tecnici in corso in queste settimane. Anche qui l’impressione, avvalorata da questa intervista, è che qualche “manina” interna a Mazzini provi a riscrivere quanto deciso dal CdA perchè meno “gradito” rispetto al metodo descritto da Presta. Insomma, l’intervista disegna un quadro devastante: molti di noi non sono sorpresi, pochi invece negli anni hanno avuto il coraggio di dirlo e denunciarlo pubblicamente”.

 

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