Kevin Costner, si eclissa la stella: dai flop alle liti sul set

Kevin Costner, si eclissa la stella: dai flop alle liti sul set

Negli anni ’90 era una delle maggiori star del cinema internazionale

Tra flop al botteghino e un carattere non proprio facile la stella di Kevin Costner sembra destinata a eclissarsi. Non quella che ancora adorna la Walk of fame davanti al numero 6801 di Hollywood boulevard ma il suo personale appeal come attore e regista di successo considerato, a inizio anni ’90, una delle maggiori star del cinema internazionale. Erano i tempi – ricorda Hollywood reporter – di ‘Balla coi lupi’, esordio dietro la macchina da presa per l’interprete già salito alla ribalta nel 1987 recitando nel ruolo di Eliot Ness – l’uomo che fermò Al Capone – ne ‘Gli intoccabili‘ di Brian De Palma.

‘Balla coi lupi’, da scommessa a grande successo

In ‘Balla coi lupi’ non credeva quasi nessuno: Costner lo realizzò ottenendo ben poco dalle case di produzione e con un budget di 22 milioni di dollari. Ne incassò, poi, 424 vincendo sette premi Oscar, compresi quelli per il miglior film e per la regia. Iniziò così il momento d’oro di Costner (definito dal Time ‘Nuovo eroe americano‘) e una vera e propria corsa ad assicurarselo sul set. Seguirono, infatti, successi come ‘Robin Hood principe dei ladri’ (1991, oltre 390 milioni di dollari di incassi), ‘JFK’ di Oliver Stone (1991, 205 milioni) e la love story ‘Guardia del corpo’ (1992, 411 milioni) al fianco di Whitney Houston.

‘Waterworld’ e l’inizio del declino

Sembrava l’inizio di una lunga età dell’oro per Costner (oggi 70 anni) ma si rivelò essere solo il suo canto del cigno. Nel 1995 arrivò, infatti, ‘Waterworld’, il più famoso flop firmato dall’attore californiano. Sulle difficoltà che la produzione avrebbe incontrato nel girare in mare aperto, Costner era stato avvertito addirittura da Steven Spielberg. Ma i consigli del regista vennero completamente ignorati. Risultato: un film da 175 milioni di dollari (ai tempi il più costoso della storia) si rivelò essere un fiasco pazzesco. Senza dimenticare la lunga sequela di contrattempi durante le riprese attorno alle Hawaii, tra uragani, allerta tsunami, meduse urticanti e incidenti, uno dei quali portò al ferimento dello stesso attore, che rischiò la vita durante una tempesta. Di genere post-apocalittico fu anche (nel 1997) ‘L’uomo del giorno dopo’, ma il risultato fu grossomodo lo stesso. Un doppio colpo micidiale per l’attore che cominciò a perdere appeal: chi lo contattava, infatti, smise di mettergli in mano ‘assegni in bianco’ sulla realizzazione delle pellicole, restringendone l’operatività artistica.

Il suo carattere e la parabola discendente

Ma sulla parabola discendente di Costner peserebbe anche il suo carattere. Si vocifera abbia litigato con Clint Eastwood per divergenze creative sul set di ‘Un mondo perfetto’ (1993) e lo stesso sarebbe avvenuto – per i medesimi motivi – con Kurt Russel mentre recitavano ne ‘La rapina’ (2001). Intemperanze che spesso coinvolgono anche i suoi amici e collaboratori più stretti. Come il suo storico partner di produzione Jim Wilson, contro cui ha promosso una causa da 15 milioni di dollari nel 2021 per una controversia che riguardava la God ones production, società fondata insieme a Wilson negli anni 90.

Costner è considerato un tipo solitario, che si fida di una cerchia ristretta di persone, tra cui l’imprenditore Rod Lake. Più recente lo scontro con il collega Wes Bentley durante le riprese della serie tv ‘Yellowstone’. Secondo la ricostruzione Costner lo avrebbe invitato a interpretare il suo personaggio ‘a modo suo’, ignorando quanto previsto dallo sceneggiatore Taylor Sheridan. La secca replica di Bentley (qualcosa tipo “ho firmato per uno show di Sheridan, non per uno tuo”) avrebbe portato a una lite furiosa, sfociata in un confronto fisico. Costner ha iniziato a ‘Yellowstone’ con un cast composto da attori semi-sconosciuti, rappresentando la vera e propria star del set. Col passare del tempo, tuttavia, gli attori hanno iniziato a vedere in Sheridan (a cui dovevano la loro fama) il vero punto di riferimento della produzione. Nel susseguirsi delle stagioni Costner ha quindi cercato di mantenere la sua centralità, con atteggiamenti “da divo” che – alla lunga – hanno finito con lo stancare il resto del set.

© Riproduzione Riservata