Per 'Io Capitano' al Lido 12 minuti di applausi
Non sono gli applausi a decretare il vincitore di un Festival cinematografico, ma a volte l’apprezzamento del pubblico può fornire un indizio prezioso sul valore di un film. E non è detto che il responso ‘popolare’ non possa in qualche in modo influenzare anche quello ‘istituzionale’. Alla 80esima mostra del cinema di Venezia mancano poco più di 24 ore per conoscere il verdetto della giuria presieduta da Damien Chazelle che domani sera assegnerà il Leone d’Oro.
Come noto sono 6 i film italiani in concorso, alcuni di questi tra i favoriti per il premio più ambito. Difficile stilare ora una classifica senza il timore di venire prontamente smentiti dai fatti, come spesso accade. Quindi, non resta che affidarsi al vecchio gioco dell”applausometro’, usato talvolta in spettacoli radiofonici e televisivi, per provare a capire quali tra questi 6 film possa puntare più in alto. Si comincia dal ‘Comandante‘ di Edoardo De Angelis: il film d’apertura della mostra con Francesco Favino nel ruolo di Salvatore Todaro, eroe controverso e molto dibattuto ai tempi della Seconda guerra mondiale, ha ricevuto una accoglienza molto calda nella serata inaugurale della kermesse. Da ‘Comandante’ a ‘Io Capitano‘, sull’odissea di due giovani migranti che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa.
Il film di Garrone, dato tra i favoriti prima dell’inizio della kermesse, si conferma tale e al pubblico è piaciuto molto: ben 12 minuti di applausi e standing ovation. Non sfigura l”Adagio’ di Sollima, ultimo capitolo della trilogia nella Roma criminale del regista: dieci minuti di applausi e altra ovazione. In questa speciale graduatoria si piazza oltre le già alte aspettative della vigilia Enea di Pietro Castellitto, su una famiglia borghese e sul desiderio di sentirsi vivi dei due giovani protagonisti: 8 minuti di applausi.
Accoglienza simile per ‘Finalmente l’alba’ di Saverio Costanzo, viaggio lungo una notte di una giovane nella Cinecittà degli anni Cinquanta ispirato al caso Montesi, ma con diverso epilogo: 8 minuti di applausi e standing ovation. Infine ‘Lubo’, proiettato giovedì sera: il film di Giorgio Diritti che racconta una storia poco nota di discriminazione in Svizzera contro i nomadi Jenisch, è stato accolto in sala da 7 minuti e 30 secondi di applausi.
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