La cerimonia si svolgerà il 3 maggio, e sarà trasmessa da Rai1 e guidata da Carlo Conti

 Il cinema italiano riparte dopo due anni difficili e lo fa assegnando i suoi premi più prestigiosi, i David di Donatello, nel tempio italiano dei film per eccellenza: Cinecittà. La cerimonia si svolgerà il 3 maggio, e sarà trasmessa da Rai1 e guidata da Carlo Conti con la ‘novità’ Drusilla Foer, che lo affiancherà con la sua classe ed eleganza. Proprio sull’eleganza è stato posto l’accento nel corso della presentazione delle candidature, che sono state ufficializzate oggi e che vedono due film farla da padroni: ‘È stata la mano di Dio’ di Paolo Sorrentino, reduce dalla serata degli Oscar in cui però non ha bissato il successo di ‘La grande bellezza’, e ‘Freaks Out’ di Gabriele Mainetti. Entrambi hanno 16 candidature, due in più di ‘Qui rido io’ di Mario Martone. Seguono con 11 candidature ‘Ariaferma’ e ‘Diabolik’, poi ‘I fratelli De Filippo’, ‘A Chiara’ e ‘Ennio’ con 6. Sono tanti i giovani attori nelle cinquine dei candidati, come ha sottolineato la presidente dell’Accademia del Cinema Italiano, Piera Detassis, facendo riferimento in particolare al premio come miglior attrice protagonista. Le candidate sono tutte alla loro prima volta ai David, tranne Maria Nazionale (candidata per ‘Qui rido io’). Le altre sono Swamy Rotolo (‘A Chiara’), Miriam Leone (‘Diabolik’), Aurora Giovinazzo (‘Freaks Out’) e Rosa Palasciano (‘Giulia’). Come miglior attore protagonista sono candidati Elio Germano (‘America Latina’), Silvio Orlando (‘Ariaferma’), Filippo Scotti (‘È stata la mano di Dio’), Franz Rogowski (‘Freaks Out’) e Toni Servillo (‘Qui rido io’). Per la miglior regia sono candidati Leonardo Di Costanzo (‘Ariaferma’), Paolo Sorrentino (‘È stata la mano di Dio’), Giuseppe Tornatore (‘Ennio’), Gabriele Mainetti (‘Freaks Out’) e Mario Martone (‘Qui rido io’).

 Per la 67esima edizione del premio, “torniamo nello storico teatro di Cinecittà. Questa serata – sottolinea il direttore di Rai1, Stefano Coletta – non ha solo un obiettivo compensativo rispetto a quello che il cinema ha attraversato: questo settore è stato divelto dalla pandemia. Siamo tutti qui perché questa arte ha portato l’Italia nel mondo e ci rappresenta in modo internazionale per il genio che il cinema italiano ha espresso nel tempo. Vogliamo non risarcire, ma ripartire, con efficacia. Vedere il cinema al cinema è un altro tipo di fruizione. La scelta di Rai di tornare qui è importante. Torneremo a fare il David in una serata prestigiosa e in presenza. Ricordo ancora l’eroismo di Carlo Conti, in uno studio deserto, con la comunicazione tra Carlo e tutte le persone collegate. È emozionante pensare di poter tornare lì tutti insieme e tributare un omaggio a tutti quelli che lavorano nel cinema”.

 Anche Detassis si dice “emozionata, sono stati due anni complessi ma abbiamo resistito. Ora bisogna tornare al cinema, tornare a fare una comunicazione importante e di sistema”. Di sistema parla anche l’ad di Cinecittà, Nicola Maccanico: “A mio modo di vedere la parola sistema è una di quelle più utilizzate e meno portate nei fatti. Qui invece raccontiamo qualcosa che sta per succedere: siamo riusciti a trovare un filo comune che è molto importante che arrivi a Cinecittà oggi. La serata del David sarà un momento simbolico”. E sarà finalmente in presenza, come sottolinea il conduttore: “Già lo scorso anno avevamo fatto un bel passo avanti con il doppio studio, al Teatro dell’Opera e al Teatro 5 degli studi Rai Fabrizio Frizzi. Questo dovrà essere un momento per stimolare i telespettatori a tornare al cinema, nelle sale. Il film visto in sala dà tutta un’altra emozione”. “Con questa edizione – ricorda Conti – ne ho fatte sette, le prime proprio a Cinecittà. Ho presentato sempre da solo, quest’anno al mio fianco ci sarà una meravigliosa nobildonna senese, e sapete che c’è una grande rivalità tra Firenze e Siena. Porteremo ironia, leggerezza e, da parte di Drusilla, eleganza”. E l’artista spiega: “Sono onoratissima di partecipare a questa celebrazione, mi si apre il cuore quando si riattivano i luoghi di cultura e creatività, e quindi di libertà. Solo questo può salvarci da tutto l’orrore che ci circonda. Amo molto il cinema, l’ho sempre amato fin da quando ero piccola, e sono felice perché adesso le sale si riempiranno di nuovo: è l’aspetto vitale del pensiero che scorre nel cinema, che è molto importante. Dopo questi anni noi tutti ci meritiamo di poter fruire ancora del cinema”.

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