Mentre il mondo celebra la vittoria di Chloe Zhao lo Stato cinese ha accolto con il silenzio e la censura il successo della sua artista
Mentre il mondo celebra la vittoria di Chloe Zhao, prima donna asiatica e seconda donna a vincere gli Oscar come miglior regista, lo Stato cinese ha accolto con il silenzio e la censura il successo della sua artista, originaria di Pechino. Nessun articolo è comparso sui principali media come l’agenzia di stampa statale Xinuha o la Cctv. E molti post o articoli pubblicati da siti di notizie o utenti dei social sono stati censurati e cancellati. La vittoria di Nomadland è storica anche perché è la seconda pellicola diretta da una donna a ricevere l’Oscar come miglior film.
Zhao ha già dovuto affrontare le critiche dei connazionali a marzo quando ha vinto il Golden Globe come miglior regista, con gli utenti che chiedevano se potesse essere definita cinese e alcuni che l’accusavano di aver insultato il suo Paese d’origine in commenti rilasciati in vecchie interviste in cui sembrava criticare il sistema politico del gigante asiatico. Il film avrebbe dovuto essere proiettato in Cina dal 23 aprile secondo i media locali, ma non è uscito la scorsa settimana e non c’erano notizie ufficiali sul suo rilascio. I dipendenti di due cinema a Pechino hanno riferito di non essere a conoscenza di alcuna proiezione imminente del film.
Un post che annunciava la vittoria alla regia di Zhao pubblicato dalla rivista cinematografica Watch Movies, che ha oltre 14 milioni di follower sul microblog Weibo, è stato censurato poche ore dopo essere apparso lunedì mattina. Anche l’hashtag “Chloe Zhao vince miglior regia” è stato censurato sulla piattaforma. Alcuni utenti hanno utilizzato le lettere “zt”, iniziali del nome completo della regista, Zhou Ting, per scrivere commenti sulla vittoria ed evitare di essere rintracciati. Se si inserisce il nome di Zhou in cinese su Weibo, uno sei siti più frequentati in Cina, si trovano solo post non correlati dall’inizio di aprile. Mentre facendo una ricerca con la parola ‘Oscar’ spuntano solo i post ufficiali delle ambasciate sudcoreanea e statunitense. Douban, un’app popolare tra gli appassionati di cinema, ha vietato le ricerche delle parole ‘Nomadland’ e Zhao Ting. Dall’applicazione sono state anche eliminate più discussioni sulla vittoria. La notizia si è comunque diffusa sul web cinese grazie ai commenti di singoli utenti e blogger che hanno celebrato l’artista.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata