Il pre-ascolto delle 30 canzoni in gara. Amadeus assicura: "Saranno tormentoni"

Gli amori e le lotte di quartiere, tra voglia di riscatto e la visione di un futuro meno buio. Sempre meno i temi politici o sociali, quasi azzerato il rock, con un unico filo conduttore: al 74esimo Festival di Sanremo, a dominare sono ‘uptempo’ e dance spinta, insomma trenta potenziali tormentoni per le radio, che da quest’anno per la prima volta saranno in giuria. “Le radio per me sono molto importanti – assicura il direttore artistico Amadeus – sono il polso di quanto funziona. Sono convinto che quando verranno ascoltati saranno dei veri e propri tormentoni”.

I brani più impegnati, da Mannoia a Mahmood

Tra i brani impegnati, spiccano ‘Mariposa‘ di Fiorella Mannoia, che “anche nel buio sono libera, orgogliosa e canto” e che dopo aver portato in musica ‘Quello che le donne non dicono’, alla sua sesta partecipazione al festival celebra le voci di ognuna di loro e cita ‘Una nessuna centomila’, in un ritmo latino tra “negazione e pianto”. Le altre sono ‘Onda Alta‘ di Dargen D’Amico, una electro-pop-dance con refrain che sfondano dal tema migranti (“Navigando navigando verso Malta, senza aver nuotato mai nell’acqua alta”) ai conflitti in corso (“C’è una guerra di cuscini ma cuscini un po’ pesanti”), e ‘Casa Mia’ di Ghali in un ‘urban’ sound disco in cui tra sparatorie e gang di quartiere “non c’è mai Pace” e pensando alla guerra si domanda: “Ma come fate a dire che qui è tutto normale, con linee immaginarie bombardate un ospedale per un pezzo di terra o per un pezzo di pane”. E se Mahmood rimarca gli insulti razzisti subiti (“Dicevi ritornatene al tuo paese”), BigMama accenna alle molteplici forme di bullismo quando canta che “è facile distruggere i più fragili. Colpire e poi affondare chi è solo”. E anche Mr.Rain, il cui ottimismo nella forza dell’amore stavolta “dura un secondo come le comete”.
 

Amadeus: “Pochi temi politici o sociali? Non una mia scelta”

Pochi temi politici o sociali? “Non è proprio una scelta mia. Ma a me non interessa il tema sociale se non è abbinato a un pezzo forte…”, sottolinea Amadeus, ben consapevole che il rock al festival ormai è una parentesi archiviata, con un paradosso: “Dopo i Maneskin ho pensato che a Sanremo avremmo avuto 200 giovani rock candidati, ma non è stato così. E questo mi dispiace”. Di un poco di rock restano accenni di ‘Autodistruttivo’ dei La Sad (con musica anche di Zanetti dei Pinguini Tattici Nucleari), oltre a “un pezzo dei Queen” e “un pezzo dei Blur” di BNKR44, ai “dischi belli che non scordi più” di Maninni e Alessandra Amoroso che si sente “come Sally senza avere più voglia di fare la guerra…”.

Domina la dance

E se Lazza aveva aperto la via, sound esotici tra ballad disco dance Annalisa nella sua ‘Sinceramente‘ si destreggia in ripetizioni di codici (“Quando quando quando”), mentre dopo il successo estivo di ‘Italodisco’ i The Kolors restano fedeli al sound revival della disco dance anni ’80, anche se stavolta il basso dei Righeira lo fanno loro nell’incalzante ‘Un Ragazzo una ragazza‘, pezzo disilluso di un incontro di sguardi e momenti: “Quando pensi di star bene poi ci rimani sotto”, cantano i cugini Fiordispino e Dario Iaculli, sicuri di regalarsi il bis nelle hits con frame come “siamo un incrocio fondamentale, avrei bisogno di una chiave”. Unico brano cantato in dialetto invece, come si evince dal titolo e dall’autore è ‘I p’ me, tu p’ te’, un neomelodico in salsa trap che sbarca all’Ariston con la benedizione di Amadeus in attesa del riscontro del pubblico: “Oggi non è più solo musica partenopea ma nazionale”, il sigillo di Ama. Ma c’è anche Emma, pronta a farsi “togliere il respiro” nella sua frizzante ‘Apnea‘, Angelina Mango che combatte ‘La Noia‘ a ritmo di elettro-cumbia, Rose Villain che è un’esplosione con i suoi sintetici “vroom vroom vroom” e “click boom boom boom”, il Tre che ‘rappa’ “siamo fragili come la neve come due crepe”, Alfa e il suo manifesto giovanile sui fischi western e Clara pronta a far ballare l’Ariston con “diamanti grezzi” che “cadono in mille pezzi”.

I grandi ritorini: Loredana Bertè, Renga-Nek, Il Volo e i Negramaro

Non solo giovani e rapper. A Sanremo ci sarà ampio spazio per i grandi ritorni, evergreen e accoppiate che i diretti protagonisti sperano possano essere vincenti. E’ pronta a far alzare dalle poltrone il pubblico Loredana Bertè, con il suo ‘Pazza‘ tra chitarre, basso e ritmo dance in cui l’artista ammette che “sono pazza di me e voglio gridarlo ancora. Non ho bisogno di chi mi perdona. Io, faccio da sola”. ‘Pazzo di te’ è anche il titolo dell’accoppiata Renga-Nek, pezzo perfetto in stile Sanremo, ballad che si canta a due voci in cui l’amore è in tutte le sue sfaccettature: giudice inutile, miserabile ma anche nobile e indistruttibile, comunque sempre “fragile”. Quasi un omaggio alla latin-disco anni ’80 alla Carrà il brano dei Ricchi e Poveri ‘Ma non tutta la vita’, dentro il quale dalla confusione di un sabato sera lei aspetta il primo passo “ma non tutta la vita”. A tenere l’amore in alto ci pensa Il Volo con ‘Capolavoro’ seduti “dentro a un cinema a sognare un po’ d’America”, i Negramaro pronti a ricominciare tutto “come una canzone di Battisti all’alba anche senza ‘bionde trecce'”, l’ultima parte di Diodato “che crede ancora che sia possibile”, l’autocritico Sangiovanni che invoca “capiscimi”, il cuore di Gazzelle “che tutte le notti fa ‘ah'”, l’Irama disilluso (“Mi innamorerò di lei ma tu non saprai mai chi è”), il Fred De Palma fatalista (“Ti ho fatta solo piangere”), i Santi Francesi (“Lo sai che io non sarò mai un porto sicuro in un mare calmo”).

Gli ospiti annunciati da Amadeus

Amadeus ha infine anticipato che tra gli ospiti ci sarà Russell Crowe che suonerà il suo blues l’8 febbraio, oltre agli omaggi ai 30 anni di ‘E Poi’, ai 40 di ‘Terra Promessa’ e ai 60 di ‘Non ho l’età’ cantati rispettivamente da Giorgia, Eros Ramazzotti e Gigliola Cinquetti in tre serate diverse. Il “sogno” invece si chiama Adriano Celentano per un omaggio al compianto Toto Cutugno: “Magari. Mi piacerebbe invitarlo ufficialmente”, ammette il direttore artistico, che in conclusione si augura anche una “presenza di uno sportivo sul palco, come ogni anno. Ci stiamo lavorando”. Non sarà un calciatore (“Difficile in mezzo alla settimana…”), visto il calendario tennistico qualcuno inizia a lanciare la pazza idea Sinner, eroe azzurro di Coppa Davis.

 

 
 
 
 
 
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