Torino, 25 set. (LaPresse) – “Un operatore Rai andò a riprendere per la prima volta Papa Giovanni nella sua vita quotidiana. La televisione era un mezzo nuovo, quindi il Papa chiese ingenuamente cosa dovesse fare, e l’operatore in maniera altrettanto spontanea disse ‘Santità, faccia finta di pregare'”. Da questo episodio prende il titolo il documentario di Rai Teche in collaborazione con Rai1 diretto da Daniela Piccioni e presentato ieri sera in anteprima al Prix Italia, che ricostruisce il lungo rapporto tra i Papi e la tv.
‘Santità, faccia finta di pregare!’ è affidato alle voci di Paolo Mieli e di monsignor Dario E. Viganò, direttore del Centro Televisivo Vaticano, e composto dal mosaico delle immagini con i tanti gesti dei Pontefici che, nel corso degli anni, hanno inciso sulla società e sulle vite dei fedeli: una tranche de vie per raccontare la storia della Chiesa e dell’Italia intrecciata, grazie alla televisione, alle storie di ciascuno. Dal discorso alla luna di Giovanni XXIII fino appunto alla recentissima visita a Cuba di Papa Francesco, passando per gli storici viaggi di Giovanni Paolo II, “sicuramente colui che farà della comunicazione televisiva il mezzo in assoluto più usato, se non consideriamo Francesco”, ha notato la regista, e le dimissioni di Benedetto XVI. “Sono episodi – ha detto ancora Piccioni – che ci avvicinano a questi padri santi così intoccabili, allora anche inarrivabili. Era la prima volta che si mostravano e si donavano al pubblico”.
Le immagini dell’archivio Rai Teche insieme a documenti più recenti tracciano il percorso che da sempre ha legato i Pontefici ai media, narrando gli episodi più curiosi, interessanti ed emotivamente forti che la televisione ha trasmesso agli spettatori, mutando l’immaginario collettivo.
Il progetto è nato un anno fa, ha raccontato a margine Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Teche: “L’anno scorso abbiamo pensato di portare al Prix Italia un prodotto inedito che sfruttasse a fondo l’archivio storico dell’azienda e che fosse centrato sull’argomento Chiesa – ha raccontato a margine – e ci è venuto in mente che un documentario sul rapporto della televisione con i Papi non c’era”.
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