Dall’inviata Virginia Michetti
Sanremo (Imperia), 13 feb. (LaPresse) – Giovanni Caccamo è uno dei quattro finalisti tra le nuove proposte del festival di Sanremo e quello considerato favorito per la vittoria di stasera. Il cantautore siciliano è stato scoperto da Franco Battiato, che definisce il suo “mentore silente, un artista che col suo silenzio accompagna il mio percorso”. “Con Battiato ci siamo sentiti subito dopo la performance di ieri sera – racconta in conferenza stampa – ho un’emotività abbastanza facile, per quanto riesca a cammuffarla, quindi ci siamo messi a piangere, insomma un momento di panico”.
Il compositore siciliano sarà presente nell’album di esordio del giovane cantautore ‘Qui per te’, nel duetto ‘Satelliti nell’aria’, che Caccamo ha scritto per il decennale della morte del padre: “Per me è importante che Franco abbia scelto questa traccia perché rappresenta una figura paterna musicale, come Caterina Caselli è una figura materna”.
A LaPresse il cantautore 25enne racconta come ha preso contatto con il compositore siciliano, con quella che definisce ridendo “una forma di stalking”. “Ho bussato a tantissime porte che non mi hanno aperto, quando dopo tre anni di indifferenza ho deciso di mollare, ho scoperto che Battiato aveva affittato una casa a Donnalucata a pochi chilometri da casa mia. Mi sono appostato per tre ore in attesa che uscisse e gli ho consegnato il mio album. Nel pomeriggio ho trovato cinque chiamate anonime e un messaggio in segreteria ed era lui che mi manifestava la sua stima. Da lì ho aperto i suoi concerti”.
Il giovane di Modica è al festival di Sanremo anche in veste di coautore del brano di Malika Ayane, ‘Adesso e qui (Nostalgico presente)’. Ieri hanno duettato insieme a Casa Sanremo per Radio Montecarlo, su richiesta della cantautrice milanese, in quello che Caccamo descrive come “un momento sublime che mi ha dato la possibilità di vivere la mia consacrazione come autore”. “Lusingato dalla proposta ho accettato – racconta – è difficile da descrivere l’empatia che si è creata con un’artista affermata come lei con un artista emergente come me”. Su Caccamo in conferenza stampa veglia Caterina Caselli, capo della Sugar Music. “Per me che ho visto l’inizio di Malika e sto assistendo all’inizio di Giovanni, è una grande soddisfazione senza ritegno”, afferma sorridendo.
Caccamo ha un terzo padrino artistico: Fiorello. “Per un bel po’ di tempo ho avuto difficoltà a trovare orecchie disponibili all’ascolto, quindi ho cercato con i miei mezzi, ovvero le mie gambe e un po’ di follia, di accostarmi alle figure di cui avevo stima. Lo stalking a Battiato è andato a buon fine ed è stato il primo, il secondo è stato con Fiorello” racconta.
Lo ha contattato quando si trovava a Roma, durante una delle 54 date del tour che ha fatto nei salotti di casa ‘Live at home’. “Mi sono presentato da lui alle 5 di mattino e lui con queste telecamere mi ha ripreso. Gli ho detto che mi mandava Battiato e lui ha cominciato a prendermi in giro, ‘Signori, abbiamo di fronte un pirla o un genio, lo scopriremo a breve’. Poi ha staccato la ripresa e mi ha chiesto se ero serio. Da lì è nata questa amicizia”.
“Alla fine io faccio il cantautore – dice Caccamo – mentire sin dal primo momento con un nome diverso… Poi c’è un legame affettivo perché è il cognome di papà (scomparso per un tumore, e a cui nell’album dedica la canzone ‘Mezze verità’ ndr). Se papà non fosse stato una presenza così importante e di cambiamento nella mia vita, io ora farei altro. Per me era veramente importante mantenere il mio nome e cognome vero”. Con i suoi mentori ha spesso discusso della necessità di scegliere un nome d’arte, come racconta dimostrando buone capacità di imitatore: “Ci abbiamo riflettuto tantissimo” racconta.
“Una volta mi ha chiamato Batiato e mi ha detto – racconta con la voce del cantautore – ‘Caccamo, ho trovato il nome d’arte’. ‘Già mi chiami Caccamo, vuol dire che nella tua testa funziona’. ‘No, io ti propongo, guarda, è fortissimo, non si usa da tanto tempo, potremmo riutilizzare questa formula ‘Giovanni di Scicli’, come ‘Peppino di Capri’. Al mio silenzio ‘Caccamo, sei in linea? Vabbè non ti piace”. È stato uno dei tentativi. Poi Fiorello ha dato la giusta interpretazione: ‘Ma avete ragione, dove va uno con sto nome? Assolutamente, chiamatelo Matteo Caccamo, Luca Caccamo, anzi, togliamo proprio il nome”.
Del brano con cui è in gara, ‘Ritornerò da te’, racconta che “è un invito a tornare a se stessi per aprirsi in maniera più consapevole agli altri. È più un ‘ritornerò da me’. Poi la potenza della musica è dare la possibilità di essere regista della propria interpretazione. La mima priorità è quella di fare delle performance quanto più possibile a fuoco”. Del sistema di selezione delle Nuove proposte stile match dice che “è accattivante per chi guarda ed è giustificabile. Vero che per noi artisti è meno piacevole, ma stiamo avendo una grande possibilità in prima serata. Serena Brancale (contro cui si è ‘scontrato’ ieri sera, ndr) è stata sublime, ha cantato con precisione e raffinatezza degne di lode”.
Nella cittadina ligure Caccamo è con mamma e sorella: “ho portato un piccolo clan siciliano per l’occasione”, scherza. “La parola Sanremo la accosto alla parola nascita – racconta – Sono quattro anni che scrivo canzoni e cerco di immaginare questa track list che trovate in questo disco. La soddisfazione più grande è questo album, il mio focus è far arrivare l’autenticità con cui mi approccio alla scrittura”. Dopo la vetrina sanremese e il lancio dell’album, ha in programma un triplo tour: quello instore nei negozi LaFeltrinelli, un nuovo tour ‘Live at home’ “dove chiunque abbia un pianoforte in casa può candidarsi”, e poi uno nei teatri dove vorrebbe “mantenere lo stesso format dei concerti in salotto, con la platea illuminata e ogni due o tre pezzi una conversazione col pubblico cercando di creare questo stesso scambio. Ho già provato con una platea di 400 persone ed è riuscito, le persone vogliono empatia ed è quello che voglio che si crei”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata