Torino, 26 nov. (LaPresse) – Wilma Labate è “una cineasta piccolina ma battagliera che si è fatta protavoce della sua generazione”. Parola di Paolo Virzì, che oggi ha presentato così, nella Sala 2 del Cinema Massimo di Torino, la regista romana per la presentazione del suo documentario ‘Qualcosa di noi’ nella sezione ‘Diritti e Rovesci’. Labate è già stata al Tff con ‘Signorina Effe’. Ora ritorna con questo documentario “che ci ha sorpreso e ci ha spiazzato” ha detto Virzì: in ‘Qualcosa di noi’ racconta l’incontro tra dodici allievi della scuola di scrittura bolognese Bottega Finzioni nella cornice dell’antico borgo di Iano, sulle colline di Sasso Marconi, con la 46enne Jana, che da undici fa la prostituta per scelta.

“E’ scaturito tutto dall’intenzione di parlare di corpo e di denaro, corpo come elemento su cui abbiamo dominio o no, dal momento che si parla solo di denaro in questi anni, si parla pochissimo di futuro, c’è come un elemento di rassegnazione”, ha detto Labate. Il “corpo azienda” come lo definisce la stessa Jana, prostituta per scelta.

Jana, presente e sorridente all’incontro, è “un personaggione – ha detto Virzì – non solo come altezza ma anche come spessore romanzesco, che ha l’autenticità, la sfacciataggine, l’ironia e l’intelligenza di parlare del sesso mercenario, del sesso libero, di cose che faranno sorridere e che di solito vengono raccontate o con malizia o con ipocrisia”.

I dodici studenti sono stati allievi di Labate in storytelling, che dopo la proeiezione racconta che “dopo un anno di lezioni teoriche era troppo importante fare un lavoro quasi vero – ha detto la regista – questa conclusione mi sembrava doverosa, come le gite scolastiche a fine d’anno bisognava farla”.

Labate ha incontrato Jana attraverso Pia Covre, “che fa la sindacalista delle prostitute” ha raccontato la regista. “Abbiamo conversato a lungo io e Covre, perché io avevo delle gran paure e dei blocchi e non pensavo che sarebbe stato smplice per me e anche per i ragazzi. Quando ho incontrato lei mi è passata la paura”. Per Jana quello con Labate “è stato amore a prima vista, ho trovato rassicurante lei e grandioso quello che mi proponeva”.

C’è un “elemento di gioco che lei mette in atto” ha detto ancora Labate riferendosi a Jana, “ma sarà anche un elemnto di rimprovero, perché avrei dovuto trovare e raccontare una figura di schivitu e di dolore, e questa piccola trasgressione che ci siamo concessi di interloquire con lei che è una donna consapevole, può darsi che susciterà delle polemiche e delle alzate di sopracciglio”.

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