Venezia, 31 ago. (LaPresse) – Quando Jude (Adam Driver) strappa il bambino dalle mani di Mina (Alba Rohrwacher) il pubblico in sala si lancia in un sospiro di sollievo. ‘Hungry Hearts’, film in concorso alla 71esima Mostra del Cinema presentato oggi, punta tutto sull’ossessione alimentare di una madre. Mina, la protagonista, sviluppa nei confronti del figlio un’attenzione morbosa: convinta che l’alimentazione ordinaria sia un ostacolo al corretto vivere ed è terrorizzata dalle contaminazioni, tiene il neonato lontano dalla luce, dai contatti col mondo esterno e lo nutre esclusivamente di specifici cibi e a specifici orari. Il marito, Jude, si accorge che il bambino cresce male e, quando lo porta dal pediatra, gli viene comunicato che è denutrito. Il fatto che le tecniche usate da Mina siano molto simili o vicine a quelle della filosofia vegan non mancherà di far suscitare polemiche.
“Ho scelto New York – spiega il regista Saverio Costanzo (‘La solitudine dei numeri primi’) – perché è una città in cui se non hai i mezzi tutto è estremamente faticoso. Inoltre, la tradizione culinaria è estremamente diversa da quella che c’è in Italia, una storia del genere non sarebbe stata credibile a Roma o a Milano”.
La protagonista Alba Rohrwacher racconta di aver sentito molto su di sé il ruolo della problematica Mina. “L’amore che la anima – racconta l’attrice – finisce per diventare un’arma a doppio taglio. Lei agisce nel bene, ma ossessionata arriva a muoversi nel male”. ‘Hungry Hearts’, in concorso alla mostra, è tratto dal romanzo ‘Il bambino indaco’ di Marco Franzoso.
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