Berlino (Germania), 29 gen. (LaPresse/AP) – Il Berlino film festival quest’anno ospiterà una serie di nuovi film: dai registi Wes Anderson e George Clooney ai cineasti cinesi, ma nessun italiano. L’Italia resta fuori dalla competizione cinematografica della Berlinale. Il festival tedesco è la prima kermesse del cinema europea dell’anno e ieri ha presentato l’elenco dei film che parteciperanno al festival che va dal 6 al 16 febbraio. Il programma comprende 23 film, 20 dei quali in corsa per il primo premio: l’Orso d’Oro. Il direttore del festival, Dieter Kosslick, ha detto che la manifestazione ha un programma che “guarda indietro in vari modi”.
A dare il via alla kermesse è il nuovo film di Anderson ‘The grand Budapest Hotel’, ambientato in un hotel europeo degli anni Venti, con Ralph Fiennes, Jude Law e Edward Norton. Inoltre partecipa al festival, fuori concorso, il nuovo film diretto da George Clooney sulla Seconda guerra mondiale ‘The monuments men’, in cui tra i protagonisti, oltre a Clooney, ci sono anche Matt Damon e Bill Murray. Il film racconta di un plotone dell’esercito americano che ha il compito di recuperare le opere d’arte trafugate dai nazisti.
Il regista e scrittore Richard Linklater presenta il suo ultimo lavoro ‘Boyhood’. Un film che segue la vita di un ragazzo, Mason, dall’età di 5 anni fino ai 18. Il lavoro si è esteso così per oltre un decennio seguendo lo sviluppo fino all’età adulta del giovane interpretato da Ellar Coltrane. Tra i protagonisti anche Ethan Hawke e Patricia Arquette. La Berlinale fatica a competere con l’aspetto glamour di Cannes e Venezia ma offre una vetrina a film ricercati che spesso rimangono nascosti al grande pubblico. L’Orso d’Oro l’anno scorso è andato a ‘Il caso Kerenes’ di Calin Peter Netzer. Quest’anno il festival vanta tre film di cineasti cinesi che nulla hanno a che fare con il glamour delle grandi città ma che riflettono una varietà di generi, ha spiegato il direttore Kosslick. Sono: ‘Black Coal Thin Ice’ di Diano Yinan, ‘Blind Massage’ di Lou Ye e ‘No Man’s Land’ del regista Ning Hao.
Dall’America Latina compete ‘Praia do futuro’ (‘Beach of the future’) di Karim Ainouz, una storia d’amore gay ambientata tra il Brasile e la Germania. La regista peruviana Claudia Llosa torna al festival con il drammatico ‘Aloft’ dopo aver vinto l’Orso d’Oro nel 2009 con ‘Il canto di Paloma’ (‘The Milk of Sorrow’). Tra i tedeschi, invece, ci sono i film ‘Stations of the cross’ di Dietrich Brueggemann che racconta la storia di una ragazza che vive in una comunità cattolica rigida e conservatrice. Una giuria di otto membri, guidati dal produttore James Schamus di ‘Brokeback mountain’, decreterà il vincitore dell’Orso d’Oro il prossimo 15 febbraio. Il festival consegnerà anche l’Orso d’Oro onorario al regista britannico Ken Loach.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata