Los Angeles (California, Usa), 18 dic. (LaPresse) – “Dovrebbe essere illegale chiamare qualcuno ‘grasso’ in tv”. L’attrice premio Oscar, Jennifer Lawrence, ritiene che questa parola debba essere bandita dalla televisione perché dannosa per le giovani generazioni come le sigarette e le bestemmie. La stella di ‘Hunger games’ sostiene che il termine equivalga a una forma di bullismo e per lei i media stanno abusando di questo aggettivo, soprattutto nelle trasmissioni tv.

L’attrice ha quindi fatto appello ai funzionari televisivi esortandoli a prendere una posizione in merito. “Perché umiliare le persone è divertente?” ha detto l’attrice in un’intervista per lo speciale tv ‘Barbara Walters presents: The 10 most fascinating people of 2013’ che andrà in onda oggi sulla tv statunitense.

“La gente lo fa e lo faccio anche io, a tutti capita – ha aggiunto – ma i media dovrebbero assumersi la responsabilità dell’effetto che questo atteggiamento ha sulla generazione più giovane, sulle ragazze che guardano gli spettacoli televisivi e assimilano modi di parlare pensando che siano cool”.

E ancora: “Se abbiamo disciplinato le sigarette, il sesso e le bestemmie per le influenze che hanno sui giovani, perché non possiamo regolamentare espressioni che definiscono le persone grasse?” ha aggiunto la Lawrence. Non è la prima volta che Jennifer si esprime su questo argomento: il mese scorso ha criticato la comica Joan Rivers per aver giudicato le celebrity in base al loro aspetto durante il suo show Fashion Police.

L’attrice sostiene che un simile atteggiamento trasmetta e insegni “valori sbagliati”. “Show come Fashion Police mostrano alle giovani generazioni come giudicare le persone in base a valori sbagliati – ha spiegato l’attrice – sembra che vada bene e che sia ‘ok’ chiamare le persone ‘brutte’ o ‘grasse’. Bisogna fermarsi dal trattarsi in questo modo e smettere di definire le persone ‘grasse'”.

La Rivers in un momento successivo ha replicato ai commenti della Lawrence via Twitter accusando l’attrice di essere “un’arrogante”.

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