Stoccolma (Svezia), 10 ott. (LaPresse/AP) – Il premio Nobel per la Letteratura è stato assegnato alla canadese Alice Munro. L’Accademia reale svedese nella motivazione del premio ha definito la scrittrice canadese “maestra del racconto breve contemporaneo”.
Munro è la 13esima donna e la prima canadese a ricevere il prestigioso premio dopo Saul Bellow, che lo vinse nel 1976.
La scrittrice 82enne, considerata uno dei maggiori scrittori di racconti viventi, viene spesso paragonata ad Anton Cechov per la sua capacità di documentare in modo accurato ma clemente e compassionevole le lotte interiori dello spirito umano.

La sua scrittura ha portato Munro alla fama internazionale e a numerosi premi nel corso della sua lunga carriera, iniziata quando era ancora adolescente. Ha vinto il premio del National Book Critics Circle per una delle sue raccolte più note, ‘Nemico, amico, amante…’, per tre volte è stata insignita del Governor General’s Award, il più importante premio letterario canadese, e in Francia nel 2010 è stata insignita del titolo di Dama dell’Ordre des Arts et des Lettres.

I suoi racconti, che partono dalla vita quotidiana per scandagliare in profondità la vita interiore dei suoi personaggi, prendono spunto dalla sua giovinezza a Wingham, cittadina conservatrice ad ovest di Toronto dove è cresciuta, e dai cambiamenti intercorsi con la rivoluzione sociale degli anni Sessanta, un periodo che in un’intervista ad AP del 2003 ha definito “Meraviglioso, perché – ha raccontato – essendo nata nel 1931 ero un po’ vecchia, ma non troppo vecchia, e donne come me dopo un paio di anni indossavano minigonne e si divertivano”.

“Sapevo di essere in lizza, ma non ho mai pensato che avrei vinto” ha detto la scrittrice Munro, contattata dal ‘Canadian Press’. Il segretario permanente dell’Accademia reale svedese, Peter Englund, ha raccontato che non riuscendo a parlarle, le ha lasciato un messaggio in segreteria per darle la lieta notizia. “Ha preso una forma d’arte, il racconto breve, che ha la tendenza a essere messo in ombra dietro il romanzo, e lo ha coltivato fin quasi alla perfezione” ha detto Englund ad Associated Press.

Nata Alice Anne Laidlaw il 10 luglio 1931 a Wingham in Ontario, figlia di un allevatore di volpi e un’insegnante, Munro era una giovane letterata in una città non letterata, e nascondeva la sua ambizione come una passione proibita. “Era la gloria che cercavo, camminando per le strade come un’esiliata o una spia” ricorda nella raccolta del 1971 ‘Lives of Girls and Women’.

Specializzata in giornalismo alla University of Western Ontario, era ancora studentessa quando ha venduto una storia alla radio BC in Canada. Ha lasciato il college per sposare un compagno di studi, James Munro: insieme si sono trasferiti prima a Vancouver poi a Victoria, e con lui ha avuto tre figli, diventando casalinga a tempo pieno.

Trentenne, aveva una forma di depressione tale da riuscire a malapena a scrivere una frase completa. La sua fortuna è stata aprire una libreria insieme al marito, nel 1963 a Victoria. Stimolata da qualsiasi cosa, dalle conversazioni con gli adulti alle compilazioni delle fatture, il talento narrativo di Munro è riemerso mentre il suo matrimonio collassava. La sua prima raccolta, ‘La danza delle ombre felici’, le è valso il primo Governor’s General Award.

Dopo il divorzio avvenuto nel 1972, Alice è diventata ‘writer in residence’ all’università del Western Ontario. Nel 1976 si è poi risposata con il geografo Feralf Fremlin, trasferendosi in una fattoria nella città di Clinton. Da allora Munro ha pubblicato diverse raccolte di racconti, tra cui si ricordano ‘Il sogno di mia madre’, ‘In fuga’, ‘La vista da Castle Rock’.

La Murno è amatissima dai suoi colleghi, come la sua connazionale Margaret Atwood, che su Twitter ha scritto entusiasta: “Evviva! Alice Munro premio Nobel” e Jonathan Franzen che di lei ha detto, come riporta il sito di Einaudi Editore, “Le sue storie mi trasportano in uno stato di tranquilla riflessione, in cui penso alla mia vita, alle decisioni che ho preso, alle cose che ho fatto e che non ho fatto, al tipo di persona che sono, alla prospettiva della morte. Munro rientra in quel piccolo gruppo di scrittori, alcuni viventi, la maggior parte defunti, a cui penso quando affermo che la narrativa è la mia religione”.
Il Nobel è il coronamento della sua carriera. “Probabilmente non scriverò più” aveva annunciato lo scorso al canadese National Post.

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