Roma, 5 ott. (LaPresse) – Aveva 91 anni, Carlo Lizzani, regista e produttore cinematografico italiano. È morto oggi lasciandosi cadere dal balcone al terzo piano della sua casa a Roma in via dei Gracchi. Così come aveva fatto l collega e amico Mario Monicelli nel 2010, buttandosi dalla finestra del reparto di Urologia dell’ospedale San Giovanni di Roma. Un gesto che Lizzani allora aveva definito “un gesto da lucidità giovane“, fatto da “uno che voleva gestire la sua vita fino in fondo”.

Lizzani negli anni Quaranta ha iniziato come critico cinematografico, collaborando con riviste come ‘Cinema’ e ‘Bianco e Nero’ e contribuendo all’affermazione del Neorealismo, sia da critico che da cineasta. Passò infatti dalla parte del set, iniziando come sceneggiatore per Aldo Vergano in ‘Il sole sorge ancora’ del 1946.

Questo debutto gli fece incontrare Giuseppe De Santis, uno dei padri del Neorealismo, che lo volle come sceneggiatore di pellicole memorabili come ‘Caccia tragica’ del 1947, ‘Riso Amaro’ del 1949 che gli valse la candidatura all’Oscar, e ‘Non c’è pace tra gli ulivi’ del 1950. Sua anche la sceneggiatura di ‘Germania anno zero’ di Roberto Rossellini (1948). Nella sua lunga carriera ha collaborato con alcuni dei più grandi cineasti italiani, tra cui Ettore Scola, Jean-Luc Godard, Marco Bellocchio, Bernardo Bertolucci, Pier Paolo Pasolini.

Lizzani è passato dietro la machina da presa per la prima volta nel 1949 con un documentario (‘Viaggio al Sud’) “Come tutti quelli della mia generazione”, raccontava nell’aprile 2012 in un’intervista a ‘La Repubblica’ per i suoi 90 anni. Il suo primo film di finzione è del 1951, il bellico ‘Achtung Banditi’ con Gina Lollobrigida. Tra i film che ha diretto si ricordano ‘La vita agra’ del 1964, ‘Cronache di poveri amanti’ per cui vinse la Palma D’oro a Cannes nel 1954, ‘Banditi a Milano’ del 1968, ‘Mussolini ultimo atto’ del 1974, ‘Storie di vita e malavita’ del 1975, ‘Fontamara’ del 1977, ‘Mamma Ebe’ del 1985, ‘Caro Gorbaciov’ del 1988)’, ‘Cattiva’ del 1991, ‘Celluloide’ del 1995 per cui vinse il David di Donatello, e l’ultimo lavoro per il grande schermo ‘Hotel Meina’ del 2007. Per la televisione ha diretto sceneggiati come ‘Nucleo Zero’ (1984), ‘Un’isola’ (1986) e ‘La trappola’ (1989).

Lizzani si è prestato anche come attore: lo si ricorda nelle fiction ‘Giochi pericolosi’ (2000), ‘Papa Giovanni – Ioannes XXIII’ (2002) nel ruolo di Pio XII, e ‘Edda’ (2005).

Lizzani è stato direttore della Mostra del cinema di Venezia dal 1979 al 1982. Insignito del titolo di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana nel 2002, ha ricevuto diversi premi per la carriera, tra cui il David di Donatello nel 2007 e il Globo d’oro e il Nastro alla Carriera nel 2008.

Dei suoi 90 anni a ‘La Repubblica’ disse: “Ho cominciato da poco a darmeli. Capisco che sono una condanna perché il tempo accelera e passa come un fulmine”. Ma, continuava, “aver vissuto così a lungo è già una vittoria. O meglio la fine di una scommessa. In fondo, siamo il risultato di uno spermatozoo che è andato a meta a fronte dei miliardi che hanno fallito. E alla fine quello sono io, il frutto del caso. È il caso che ci disegna. Apro gli occhi e mi accorgo di essere dentro uno spettacolo, gettato su un palcoscenico. Sei un attore finché dura la recita. A me il caso ha dato il cinema che mi ha permesso di vivere il Novecento vedendone i protagonisti”.

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