Los Angeles (California, Usa), 25 feb. (LaPresse/AP) – Ha vinto l’Oscar per la miglior regia Ang Lee per ‘Vita di Pi’. Il regista taiwanese ha di certo irritato Steven Spielberg, in lizza per l’ambita statuetta che contava di portare a casa per la terza volta grazie a ‘Licoln’. Gli altri candidati per la statuetta erano Michael Haneke per ‘Amour’, Benh Zeitlin per ‘Beasts of the Southern Wild’ e David O. Russell per ‘Il lato positivo – Silver Linings Playbook’.

Lee sul palco ha dimostrato il suo ordine di priorità: al primo posto il “Dio dei film’, che ha ringraziato raggiante alzando gli occhi al cielo. Lee ha poi salutato il protagonista della sua storia del naufrago Pi, Suraj Sharma, ma non ha nominato uno per uno il resto del cast perché “Non posso sprecare questo tempo per parlare di loro” ha detto timidamente. Ha invece fatto un veloce accenno al suo agente, il suo avvocato, e naturalmente sua moglie. “Devo farlo” ha detto.

“Penso che a volte uno svantaggio possa diventare un vantaggio. Il fatto che io venga da un’altra cultura mi rende speciale” ha poi commentato Lee nel backstage.

La vittoria del regista di Taiwan ha sorpreso tanto la sua patria quanto Hollywood. Suo fratello Lee Gang ha affermato che non credeva che ‘Vita di Pi’ potesse vincere perché il suo non è un tema convenzionale. La storia di un naufragio di un ragazzo indiano in barca con una tigre è stata raccontata con un team di produzione internazionale di artisti e esperti in effetti speciali. Il regista nella cerimonia ha ringraziato la squadra con cui ha collaborato in patria, perché non avrebbe potuto fare il film “Senza l’aiuto di Taiwan”, affermando che il set delle riprese, un serbatoio d’acqua di grandi dimensioni in uno studio di Taiwan, ha permesso al team di usare liberamente l’immaginazione senza essere frenato dai valori di Hollywood.

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